Nel pomeriggio di ieri, nel suggestivo scenario del settecentesco Palazzo Lercari, sede del Museo Diocesano di Albano Laziale, si è tenuta la presentazione del libro Sulle tracce del tempo di Maurizio Bocci. L’evento ha raccolto un folto pubblico, interessato non solo all’autore – giornalista e profondo conoscitore dei Castelli Romani – ma anche alla partecipazione di Roberto Libera, direttore del Museo, e Giacomo Tortorici, alla guida del consorzio Sistema Castelli Romani. La serata si è rivelata un’occasione di grande valore culturale, trasformandosi in una riflessione collettiva sul passato, il presente e il futuro di un territorio ricco di storia e bellezza.
I Castelli Romani tra memoria e identità
L’autore del libro, alla domanda di Libera su quali siano stati i periodi storici più importanti e fondanti dei Castelli Romani, ha così risposto: “L’opera del Vulcano Laziale ha plasmato un territorio che ha inciso fortemente sulla storia di questa parte dell’Italia; poi il periodo della Lega Latina che è stato il momento di maggiore orgoglio di questo popolo che ha cercato di opporsi alla potenza di Roma; i lunghi secoli del Medioevo che hanno determinato quelle rivalità tra le varie località castellane che ci portiamo ancora dietro e le forti differenze nei vari dialetti e, infine, i lunghi periodi della villeggiatura dei romani che hanno sostanzialmente stravolto i costumi e l’economia dei Castelli”.
Giacomo Tortorici ha poi posto l’attenzione sull’offerta turistica dei Castelli Romani, con un focus sulla rete di sentieri del parco. Rivolgendosi a Maurizio Bocci, noto anche per la sua esperienza di escursionista, ha chiesto quali percorsi naturalistici meritino maggiormente di essere esplorati per le loro testimonianze storiche. Bocci, con l’ausilio di immagini evocative, ha accompagnato il pubblico in un viaggio ideale attraverso i sentieri più affascinanti: il giro dei tre colli, con i suoi panorami spettacolari; la Via Sacra e le tombe delle Grotticelle, intrise di antichità; la via Francigena del Sud, dove si alternano acquedotti romani e romitori medievali; il Maschio d’Ariano, che regala vedute mozzafiato, e il canyon naturale delle Forre, custode di antichi resti di un castello. Un itinerario che intreccia storia e natura, offrendo emozioni a ogni passo.
Maurizio Bocci: “Un sorprendente patrimonio storico e artistico“
A concludere, Maurizio Bocci ha lanciato una riflessione critica: “Non aver creato l’Unione dei Castelli Romani ed essere entrati a far parte della Città Metropolitana è stato un segnale molto negativo che porterà questo territorio ad essere in futuro un quartiere periferico di Roma. Ripercorrendo i fasti dei Castelli Romani nel corso dei secoli, si scopre invece un sorprendente patrimonio storico e artistico in grado di restituire esperienze forti ed emozioni impensabili ad un passo da Roma. Le istituzioni locali dovrebbero rendersi conto che il turismo culturale è la ricetta vincente per creare interesse verso questi luoghi che hanno il proprio punto di forza in una tradizione millenaria che attinge a piene mani dalle sue vicende storiche e dalla sua natura.”
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