Dopo la “secchiata” del 21 settembre a Nemi e quella del 9 novembre a Castel Gandolfo, il Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani torneranno nel borgo di Nemi per presidio in difesa dei laghi dei Castelli Romani. Di seguito, il testo integrale della nota stampa ricevuta dalla nostra Redazione.
Il Comitato per la protezione dei boschi dei Colli Albani invita la popolazione a scendere di nuovo in piazza, stavolta a Nemi, per continuare la battaglia a difesa dei laghi le cui acque stanno diminuendo pericolosamente e per contrastare i progetti di speculazione che incidono pesantemente all’interno del Parco dei Castelli Romani.
Le riuscitissime “secchiate” hanno simbolicamente iniziato a far capire alle istituzioni che la cittadinanza non tollera più il disinteresse verso i laghi che si stanno prosciugando.
Oltre a non far nulla per salvare lo Specchio di Diana, l’amministrazione sta iniziando progetti di attività commerciali per attrarre turismo di consumo che nuocciono gravemente al mantenimento del delicato ecosistema del lago di Nemi, così come purtroppo già avvenuto per quello di Albano.
Si è sbandierato orgogliosamente sui giornali locali la volontà di creare “Il parco urbano della conca del lago” con “Centro Canoa” (più che altro uno stabilimento con annesso pub e movida), area ristorazione, attrezzi ginnici e pedane a bordo lago.
Noi vogliamo che il lago di Nemi resti naturale e che i soldi pubblici vengano investiti per non farlo sparire anziché regalarli ai privati che creano attività altamente impattanti.
È significativo che, anche stavolta, il sindaco di Nemi Bertucci sia intervenuto a mezzo stampa poche ore prima della prima “secchiata” indicendo un tavolo tecnico con responsabili politici ed – alcuni – enti specifici. Riteniamo incredibile che solo ora sia stata fatta la convocazione di un tavolo tecnico che, in altri ambiti, spesso si è anche rivelato poco concreto, e ci sembra assurdo che sia stato indetto per individuare “le cause del progressivo abbassamento del lago e la pianificazione di interventi immediati per arginare il fenomeno”. Le cause dell’abbassamento della falda sono note a tutti gli enti preposti.
Il sindaco di Nemi ricopre questo ruolo dal 2012: se 12 anni non sono serviti per comprendere quali sono i motivi principali dell’abbassamento del livello delle acque, bastava andare sui siti ISTAT ed ACEA che parlano per il comune lacustre di una dispersione del 77% dei prelievi idrici, di un consumo di 110 mc l’anno di acqua per abitante e di prelievi al 100% effettuati da fonti locali (quelle che alimentano il lago). Si potrebbe cominciare dal capire perché nulla è stato fatto per evitare tale situazione. Risalta l’assenza dell’Ente Parco, neanche invitato dal sindaco e comunque silente in merito.
Vogliamo chiedere di essere ascoltati durante il tavolo tecnico, in quanto da tempo ci stiamo occupando della situazione e siamo molto preoccupati. Andremo anche a chiedere conto della mancata attuazione del tanto sbandierato “Contratto di Falda” che impegnava le amministrazioni locali, Comune di Nemi ed Ente Parco inclusi, ad attivarsi per la tutela dei laghi dei Castelli Romani. Chiediamo la dichiarazione dello stato di emergenza ambientale dei laghi ed azioni immediate che si possono fare già applicando alcune direttive regionali esistenti. Pretendiamo il blocco di progetti speculativi turistici, il controllo e il fermo degli emungimenti idrici irregolari.
I piani edilizi comunali, la perdita del 65% delle acque prelevate dall’unica falda dei Castelli, il disboscamento degli 8.000 ettari di Parco, il disinteresse delle amministrazioni e dell’Ente Parco sono i veri problemi.
È inutile appellarsi, in questo caso, al cambiamento climatico: sicuramente la siccità e il caldo aggravano la situazione, ma i motivi principali sono molto evidenti e già studiati.
In questo quadro già terribile, non c’è alcuna giustificazione per il disboscamento per una nuova conduttura idrica dal lago di Albano ad Ariccia, né tantomeno si può immaginare che ACEA prelevi ulteriori centinaia di migliaia di metri cubi di acqua l’anno per i sistemi interni all’inceneritore di S. Palomba che vorrebbe costruire.
Per questo e per molto altro, compresa la vergognosa variante al PRG che trasforma un vivaio di un’area boscata in un benzinaio “di pubblica utilità” su via dei Laghi, invitiamo tutti/e a scendere in piazza a Nemi domenica 17 novembre.
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