In un contesto in cui il sequestro di uno stabilimento balneare per presunti abusi edilizi solleva dubbi sull’impatto ambientale delle attività umane, il Comune di Castel Gandolfo avvia un progetto di riqualificazione delle spiagge del Lago Albano finanziato con fondi pubblici.

Contrasti tra sviluppo e tutela ambientale

Recentemente, uno stabilimento balneare sul Lago Albano è stato sequestrato dai Carabinieri per presunti abusi edilizi, evidenziando le criticità legate alla gestione del territorio e al rispetto delle normative ambientali. La Procura della Repubblica di Velletri ha avviato indagini per accertare le responsabilità, sottolineando come le attività non autorizzate possano compromettere l’ecosistema lacustre.

Utilizzo dei fondi pubblici per la riqualificazione

Parallelamente, il Comune ha ottenuto un finanziamento di circa € 19.000 dalla Regione Lazio per un progetto di miglioramento delle spiagge. Questo prevede l’installazione di cartelli e strutture in legno, oltre alla demolizione di vecchi pilastri in cemento. L’obiettivo dichiarato nei documenti ufficiali (Determina n. 275 dell’Area Edilizia Privata del 23 maggio 2024) è migliorare l’accoglienza turistica senza compromettere l’ambiente.

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Sebbene il progetto sia volto a migliorare l’attrattività turistica, emergono critiche riguardo all’impiego di fondi pubblici, in questo caso anche al fatto che sono particolarmente esigui per la finalità dichiarata. Alcuni sostengono che le risorse dovrebbero essere destinate a progetti che promuovano una fruizione più sostenibile e rispettosa dell’ambiente, piuttosto che alla costruzione di infrastrutture che potrebbero favorire pressioni antropiche sulle delicate aree lacustri.

L’abbassamento delle acque del Lago Albano aggiunge un ulteriore livello di complessità alla gestione delle spiagge di Castel Gandolfo, una situazione definita come di “stato di emergenza ambientale”. La diminuzione del livello dell’acqua, dovuta a cambiamenti climatici e i prelievi idrici in costante aumento, ha esposto aree precedentemente sommerse, alterando l’ecosistema locale e creando ulteriori difficoltà per la riqualificazione. Questo fenomeno rende ancora più urgente la necessità di interventi sostenibili e rispettosi dell’ambiente, per preservare l’integrità naturale del lago mentre si migliorano le infrastrutture turistiche.

Il sequestro dello stabilimento balneare e il progetto di riqualificazione rappresentano due facce di una stessa medaglia: da un lato, la necessità di controllare e sanzionare le attività illegali che danneggiano l’ambiente; dall’altro, l’opportunità di utilizzare i fondi pubblici per migliorare le spiagge in modo sostenibile. L’impegno deve essere rivolto a garantire che ogni intervento sia compatibile con la tutela del patrimonio naturale, evitando che lo sviluppo turistico si traduca in degrado ambientale.