Si è appena conclusa la conferenza Conoscere i Castelli Romani. Risorse, attori, prospettive, tenutasi nell’Auditorium Ennio Morricone della Macroarea di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma Tor Vergata. Un appuntamento ricco di riflessioni e proposte, che ha messo sotto la lente d’ingrandimento il territorio dei Colli Albani, come destinazione turistica e come polo di crescita economica e sociale, da valorizzare in un’ottica di sostenibilità a lungo termine. Esperti di geografia, pianificazione territoriale, archeologia e rappresentanti delle istituzioni si sono riuniti per affrontare il potenziale ancora inespresso di quest’area a sud-est di Roma, ricca di storia e cultura.
L’incontro, introdotto e coordinato da Simone Bozzato, docente di geografia presso l’Università di Roma Tor Vergata, ha visto anche una numerosa partecipazione di studenti e l’impegno di docenti, ricercatori e dottorandi. È stata l’occasione per presentare l’omonimo volume curato da Giorgia Bressan, Conoscere i Castelli Romani. Risorse, attori, prospettive, che offre un’analisi approfondita e multidisciplinare dell’area, esplorando le sue ricchezze culturali, archeologiche e ambientali con uno sguardo innovativo e una visione a lungo termine.
Turismo sostenibile e patrimonio culturale nei Castelli Romani
Il volume ha ispirato numerosi interventi, tra cui quello di Lucia Ceci, direttrice del Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società, che ha descritto il volume come “un lavoro ricco di informazioni, un approdo di un progetto pluriennale che intreccia diverse prospettive per valorizzare il territorio, sostenuto anche dal Parco dei Castelli Romani”.
Il volume, ha aggiunto Nathan Levialdi Ghiron, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, “si distingue per un approccio interdisciplinare, con saggi che spaziano dalla geografia alla letteratura e all’archeologia. Un racconto corale che lega paesaggio e cultura, storia e modernità, offrendo una visione complessa e sfaccettata del territorio dei Castelli Romani”.
Paolo Giuntarelli, direttore regionale per gli Affari della Presidenza, ha ricordato che “il prodotto turistico non può rappresentare l’unica vocazione di un territorio”. E ha aggiunto: “I parchi non sono un freno allo sviluppo; al contrario, possono contribuire a rilanciare l’economia locale, come dimostra il caso dei Castelli Romani. È necessaria una nuova stagione delle aree protette, che rilanci quello slancio che si è perso dopo la legge del 1991. Il Parco può diventare una risorsa per attrarre turismo di qualità, dirottando i flussi dalla capitale verso un territorio ricco e variegato”.
Massimiliano Raffa, commissario straordinario di ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio), ha poi sottolineato come l’agricoltura debba essere vista come un’opportunità economica, e non solo come “zappa e terra”. Ha spiegato: “In Agenzia abbiamo sentito la necessità di ristrutturare il piano di comunicazione per promuovere il territorio: vogliamo puntare su formazione, promozione e partnership per valorizzare il lavoro degli operatori locali. Per questo, a partire da gennaio avvieremo dei corsi di formazione a loro rivolti, per aiutarli a sviluppare competenze che includano marketing territoriale e gestione del turismo”.
Esperti e istituzioni a confronto sui Castelli Romani
Alla conferenza si sono riunite diverse figure del mondo accademico e delle istituzioni per discutere sulle caratteristiche del territorio.
Ivan Boccali, commissario straordinario del Parco dei Castelli Romani, ha spiegato come l’identità territoriale sia fondamentale per un turismo sostenibile: “Bisogna riscoprire l’orgoglio di appartenere a questo territorio antico e unico. I Castelli Romani non devono essere visti come un’appendice di Roma, ma come una realtà con una forte identità propria. La sostenibilità, come descritta nel volume di Bressan, non è solo ambientale, ma anche sociale ed economica”.
Roberta Gemmiti, docente di Geografia economica presso Sapienza Università di Roma, ha invece sottolineato il rischio che un turismo eccessivamente concentrato possa danneggiare il territorio: “I Castelli Romani costituiscono un interessante laboratorio per l’osservazione dei fenomeni che minacciano i territori, soprattutto in contesti ad alta densità turistica. Roma, con il Giubileo all’orizzonte, offre una doppia prospettiva: una grande opportunità, sì, ma anche una minaccia per l’integrità dei suoi spazi e della sua comunità. Il turismo, se non gestito con oculatezza, rischia di diventare una forza centrifuga che impoverisce i territori, lasciandoli privi di risorse e identità.”
“Fenomeni come il turismo ‘mordi e fuggi’ – ha continuato la professoressa Gemmiti – e la diffusione delle piattaforme digitali rischiano di frammentare l’esperienza turistica, rendendo Roma vulnerabile a un afflusso di visitatori sempre meno interessati a scoprire il vero patrimonio culturale della città. Nei Castelli Romani, per contro, abbiamo la possibilità di sviluppare un modello di turismo locale e identitario, che non si limiti a spostare turisti da Roma, ma che crei un’offerta distintiva e radicata nella specificità del territorio. Qui, sostenibilità deve significare molto di più che semplice tutela ambientale: implica equità e giustizia sociale, valori che si costruiscono attraverso il riconoscimento, il rispetto reciproco e la partecipazione delle comunità locali.”
Alberto Bertucci, sindaco di Nemi, ha chiuso il dibattito richiamando l’importanza della cooperazione tra istituzioni per una gestione coordinata del territorio: “Da soli non si va lontano; è fondamentale l’unità delle istituzioni. La nomina dei Castelli Romani come Città Nazionale del Vino 2025 rappresenta un’opportunità eccezionale, ma per coglierla è necessario un coordinamento strategico che sappia valorizzare ogni singola realtà”. Bertucci ha inoltre sottolineato come questo riconoscimento possa essere un punto di partenza per attrarre investimenti e rafforzare l’identità dei Castelli a livello nazionale e internazionale.
L’indice completo del volume “Conoscere i Castelli Romani. Risorse, attori e prospettive”
- Prefazione, di Emanuela Angelone e Ivan Boccali
- I Castelli Romani: note introduttive, di Giorgia Bressan
- La Città avanza: i Castelli Romani tra dipendenze e resilienze – di Simone Bozzato
- Quarant’anni di Parco Regionale dei Castelli Romani: strumento di tutela e motore di sviluppo sostenibile – di Viola Baldassarre
- Biodiversità e valorizzazione del sistema territoriale castellano: quale ruolo degli attori economici locali? – di Francesco Maria Olivieri e Benedetta Cesarini
- Turismo e sostenibilità in un’area protetta: una rotta comune di valorizzazione delle risorse territoriali locali – di Giorgia Bressan
- Il rapporto tra il cibo e il territorio: la distribuzione dei prodotti tipici locali dei Castelli Romani – di Benedetta Cesarini e Giorgia Di Rosa
- Studio sul paesaggio agrario dei Castelli Romani: il vigneto e l’oliveto come patrimonio sostenibile – di Jacopo Manni
- I Castelli Romani come sede di grandi eventi sportivi: territori ed eredità post evento – di Maria Grazia Cinti
- “E il posto scelto non fu scelto a caso”: breve storia di un rapporto tra scrittori (artisti) e territorio – di Florinda Nardi
- L’ecosistema castellano nel disegno di una cartografia letteraria – di Martina Palese
- Un viaggio nei Castelli Romani attraverso le parole di scrittori e scrittrici stranieri e dall’identità ibrida – di Samuela Di Schiavi
- Su “avanzi d’imperi”: personaggi illustri e ripresa dell’antico nell’area dei Castelli Romani – di Marcella Pisani e Fabrizio Fasoli
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