La redazione di CastelliRomani.news ha intervistato Lucia Russo, responsabile della fattoria socio-didattica La Collina degli Asinelli. Situata all’interno del Parco dei Castelli Romani, questa realtà rappresenta un modello virtuoso di inclusione sociale, educazione ambientale e tutela degli animali.

La fattoria è un esempio di come l’uomo possa convivere armoniosamente con l’ambiente e gli animali, offrendo opportunità di crescita e recupero per le persone svantaggiate. Lucia ci ha raccontato la storia della fattoria, le attività svolte, le difficoltà quotidiane e l’importanza dell’integrazione tra uomo, natura e animali.


Come è nata la fattoria socio-didattica La Collina degli Asinelli?

La Collina degli Asinelli è nata nel 2007 grazie a un progetto dell’APPHA Onlus (Associazione Promozione Portatori di Handicap), in collaborazione con il Parco Regionale dei Castelli Romani, che ha accolto con entusiasmo la nostra iniziativa, mettendoci a disposizione un’area di circa 7 ettari in località Monte Compatri. L’obiettivo era creare un luogo dove persone con disabilità, sia cognitive sia motorie, potessero sentirsi utili, conoscere il territorio e condividere questa realtà con i visitatori che percorrono i sentieri del parco.

Quali sono le principali attività che svolgete nella fattoria?

Nel corso degli anni, la fattoria si è ampliata grazie ai progetti realizzati con il supporto dei nostri utenti. Abbiamo introdotto un bellissimo apiario dove svolgiamo educazione ambientale, un terreno coltivato a lavanda e orti sociali. L’ultimo progetto è un piccolo oliveto, con finalità educative. Offriamo attività che mirano a far comprendere alle future generazioni come sia possibile la coabitazione tra animali domestici e animali selvatici, promuovendo il rispetto per la natura all’interno dell’area protetta.

Quali sono i vostri progetti sociali?

Lavoriamo con persone svantaggiate che partecipano a diversi progetti. Attualmente, collaboriamo molto con ragazzi che stanno facendo un percorso di recupero sociale, provenienti dal carcere minorile. Offriamo un ambiente inclusivo dove tutti possono sentirsi parte di una comunità e contribuire attivamente.

Quali animali ospitate? Qual è la loro storia?

Una particolarità della nostra fattoria è l’ospitalità di animali provenienti da situazioni di maltrattamento o sequestri. L’ultimo caso riguarda due capre sequestrate a Monte Compatri. Attualmente, abbiamo otto asini, cavalli salvati dal macello, pecore e maiali. Ci impegniamo a offrire loro migliori condizioni di vita e a sensibilizzare i visitatori sull’importanza del rispetto e della cura degli animali.

Organizzate anche delle escursioni?

Organizziamo il “trekking someggiato”, una delle nostre attività distintive. Si tratta di passeggiate in compagnia di un asinello, spesso recuperato da situazioni delicate come il maltrattamento. L’asinello viene preparato per accompagnare le persone ed è guidato da un ragazzo dei nostri progetti, che ha anch’egli delle difficoltà, e per questo una sensibilità particolare. È un processo che richiede tempo, poiché l’animale deve ritrovare fiducia nell’uomo. Durante il trekking, l’asinello e il ragazzo guidano gruppi di bambini o adulti, facendo conoscere il territorio attraverso una camminata lenta e ricca di scoperte.

Freetime Frascati

Quali sono le principali difficoltà che affrontate alla Collina degli Asinelli?

Essendo situati in un’area vasta, in estate affrontiamo il problema degli incendi. Nonostante la presenza attiva della Protezione Civile e di linee tagliafuoco intorno alla fattoria, siamo spesso allertati quando si verificano incendi. Abbiamo un piccolo gruppo di volontari addestrati per evacuare gli animali. Quest’estate, abbiamo dovuto farlo per ben due volte. È uno stress per gli animali e un grande sforzo per noi, ma grazie alla collaborazione con la Protezione Civile Beta 91 e ai volontari, gli incendi non hanno mai raggiunto il terreno che gestiamo.

Come convivete con la fauna selvatica?

La nostra fattoria è immersa in un’area protetta, quindi siamo circondati da animali selvatici come istrici, tassi e, da qualche anno, lupi. I lupi sono costantemente monitorati. Anche se è difficile avvistarli, notiamo le tracce del loro passaggio e comprendiamo le loro abitudini alimentari. Abbiamo il dovere di proteggere gli animali ospitati nella nostra struttura per evitare predazioni, ma vi assicuro che la coabitazione tra animali domestici e selvatici è possibile e arricchente.

C’è un invito che vorresti rivolgere ai nostri lettori?

Vorrei sottolineare l’importanza dell’integrazione e del rispetto per la natura. La nostra fattoria è un esempio di come l’uomo possa convivere armoniosamente con l’ambiente e gli animali, offrendo al contempo opportunità di crescita e recupero per le persone svantaggiate.

Invito tutti a venirci a trovare per scoprire di persona questa realtà unica e partecipare alle nostre attività.