Intervista all’ex sindaco: “Dobbiamo scegliere un turismo a basso impatto a tutela del nostro patrimonio naturale e culturale”
Vairo Canterani ex sindaco di Nemi, sociologo e leader storico della sinistra nemese ci offre uno spaccato del paese, delle sue qualità e criticità e ci offre una prospettiva sul futuro, con spunti e riflessioni originali.
Nemi è il più piccolo tra i comuni dei Castelli Romani, sia per estensione, sia per numero di abitanti. Era una delle mete fondamentali del Grand Tour e oggi è investita da un turismo diverso. Come stanno le cose?
Nemi ha una storia ricchissima che affonda le sue radici in epoche remote, dai riti latini, ai fasti romani, fino alle epoche a noi più vicine. Vicoli, cantine e vecchi forni hanno tramandato le storie degli uomini, che unita a quella del territorio ci ha consegnato alla Storia, con la “S” maiuscola. Abbiamo un patrimonio naturale e culturale immenso.
Qual è la situazione attuale da punto di vista sociale?
Nemi ha meno di 2.000 abitanti, ma di nemesi ne sono rimasti assai pochi. Molti sono qui perché operatori di un turismo “mordi e fuggi” che sta stravolgendo il nostro paesaggio sociale. Questo produce una costante erosione del senso di identità, di partecipazione, di vicinanza, di vicinato, di coinvolgimento.
L’abbaglio prodotto dal turismo domenicale che richiama tante persone fa credere che questa sia la frontiera verso cui correre. Alla fine noi “svendiamo” il paese, la sua anima, in cambio di un guadagno effimero e per pochi.
Si fanno feste, eventi, si celebrano giornate e si inventano occasioni, ma tutto questo non mantiene la coesione sociale che è l’ossatura di una comunità, che proprio per questo stiamo perdendo.
Ma Nemi è un paese vocato al turismo…
Certo, non c’è dubbio che noi, piccolo comune ricco di storia e bellezze naturali dobbiamo puntare sul turismo. Ma senza inventare fantomatiche “terze navi” del lago di Nemi o ridicole iniziative come quella per cui si immergono prodotti alimentari sotto al lago per trarne chissà quali giovamenti. L’Amministrazione comunale in questi ultimi anni ha fatto di questo genere di cose, dell’effimero, di proclami, manifesti, parate, la sua cifra distintiva. Di strutturale c’è ben poco.
Dobbiamo invece scegliere un turismo a basso impatto ambientale, in cui le pregevolezze ambientali siano valorizzate. Con manifestazioni consolidate e programmi riconoscibili. Un turismo di qualità che tra l’altro è quello che ha la massima propensione alla spesa. Insomma, oltretutto sarebbe economicamente più vantaggioso, per tutti.
Se lo fai capisci perché devi fare di tutto per tutelare la bellezza del paesaggio, il più indifeso e immateriale dei nostri beni, ma anche la miniera d’oro su cui siamo seduti.
E perché non si fa?
Per miopia e inconsapevolezza. È l’ignoranza che porta con sé l’arroganza di considerare valide solo le proprie posizioni. Eppure in Italia ci sono esempi virtuosi, di qualità, di valore. A che serve la nostra bandiera arancione se poi l’amministrazione comunale non ha fatto un solo intervento manutentivo per la qualità delle acque del lago?
Perché fregiarsi di un marchio così altisonante e lasciare in abbandono la rete idrica, per esempio?
Perché dimenticare i servizi ai cittadini (che poi sono anche i servizi per gli ospiti che ci vengono a trovare)?
Possibile che tutto debba passare solo attraverso il turismo domenicale?
Possibile che l’amministrazione comunale non ha niente di meglio che ricorrere ai parcheggi a pagamento per fare cassa?
L’attuale sindaco ha mai aperto un dibattito sul futuro di Nemi?
Amministrare significa avere una visione del futuro del proprio territorio. Sapere da che parte vuoi andare e lavorare in quella direzione, con il supporto e la condivisione di molti. Il sindaco attuale, che sta in comune da quasi vent’anni, pare abbia scelto un altro modo di fare: scarsa trasparenza, poca informazione, riconcorrere eventi mediatici e fare politica giorno per giorno. Secondo quello che potrebbe servire al momento. I cittadini non possono essere tagliati fuori da qualsiasi decisione che riguardi il territorio in cui vivono.
La partecipazione è l’essenza della democrazia e qui la partecipazione è scarsa o nulla, e la democrazia nella nostra comunità l’abbiamo persa di vista.
Cosa fare per modificare le cose?
Senza una strategia chiara e soprattutto una condivisione collettiva delle scelte sarà difficile invertire la rotta. Nemi nel medio periodo rischia di diventare tutto un B&B.
La forza dei soldi espelle i nemesi dal centro storico, le loro case si trasformano in appartamenti per un fine settimana e la nostra identità si sta perdendo poco a poco.