Nota stampa del Coordinamento Natura e Territorio dei Castelli Romani
La situazione dei laghi dei Castelli Romani si sta aggravando, con un significativo aumento della presenza di batteri come Enterococchi ed Escherichia coli, che sono più che raddoppiati rispetto all’anno scorso. Questi dati, rilevati da Arpa Lazio, evidenziano la crescente pressione antropica che sta mettendo a rischio l’ecosistema lacustre, un problema che il Coordinamento Natura & Territorio dei Castelli Romani – il coordinamento ambientalista delle associazioni dei Castelli Romani – denuncia da anni.
Il continuo abbassamento del livello delle acque e l’urbanizzazione delle coste, monitorati dai volontari per oltre 40 anni, stanno causando un grave degrado biologico ed ecologico dei laghi.
A complicare ulteriormente la situazione, stanno riemergendo discariche illegali precedentemente sommerse: è il caso della discarica di amianto recentemente denunciata dal Nucleo zoofilo ambientale dell’Accademia Kronos nel Lago di Nemi. Nel fondale si trovano anche vecchie imbarcazioni, pannelli di amianto, plastica, bombole del gas, batterie al piombo, mobili e persino auto e alcuni elettrodomestici.
Al Lago Albano, inoltre, il costante calo del livello dell’acqua sta portando alla luce un vero e proprio campo minato acquatico: decine di ordigni inesplosi risalenti alla Seconda Guerra Mondiale stanno riaffiorando dai fondali. Un esperto in bonifica ordigni esplosivi (EOD) ha confermato che si tratta principalmente di bombe a caduta e granate utilizzate durante il conflitto. Sebbene molte siano state individuate e rimosse, la continua riduzione del livello dell’acqua ne fa emergere di nuove.
Il Comitato Tecnico Scientifico del Coordinamento continua a monitorare attentamente la situazione, analizzando parametri vitali come la biodiversità delle rive e la qualità delle acque. Preoccupa particolarmente la diminuzione dell’ossigenazione, un fenomeno aggravato dall’aumento di temperatura, ma ulteriormente esacerbato dalla distruzione della vegetazione autoctona, come ontani e salici, e dalla rimozione di giuncheti e canneti. Questi interventi hanno ridotto drasticamente la biodiversità e compromesso l’equilibrio ecologico dei laghi.
A peggiorare il quadro, l’introduzione massiccia di specie ittiche alloctone per la pesca sportiva ha destabilizzato ulteriormente l’ecosistema, portando alla scomparsa di numerose specie ittiche autoctone.
La situazione richiede un intervento urgente per salvaguardare questi preziosi bacini naturali, unici per il loro valore ecologico e storico. Invitiamo quindi tutti a unirsi al Coordinamento Natura & Territorio per acquisire le competenze necessarie ad affrontare efficacemente le sfide ambientali del nostro territorio. Per partecipare, scrivete a ecoistituto@resedaweb.org.
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