“Occorrono più corridoi ecologici per la sicurezza della fauna e delle persone”
Nota stampa*
Ieri la morte della lupa al Vivaro è stato solo l’ultimo episodio di quella che è una continua strage della fauna selvatica, e non solo, sulle strade interne al Parco dei Castelli Romani. La rara martora, la faina, gli istrici o i tassi sono solo alcune delle specie che sono schiacciate dalle auto. I volontari del Coordinamento natura & Territorio, che fanno servizio lungo le strade interne al Parco, rilevano come il traffico delle auto sia sempre più intenso e veloce, anche nelle strade che attraversano le foreste e le aree agricole.
I volontari hanno rilevato centinaia di piccoli e grandi mammiferi, rettili e anfibi che sono uccisi sulle strade, in un territorio dove la pressione antropica aumenta sempre di più e dove si vuole levare ogni spazio vitale alla fauna. Gli habitat naturali, anche di importanza europea sono sempre più circondati da strade, recinzioni, case, attività umane impattanti per l’ambiente, in un luogo dove invece la natura deve essere protetta. Alcuni degli animali più colpiti sono proprio gli anfibi che, durante il periodo riproduttivo, si spostano dalle foreste alle zone umide. In questa migrazione locale di pochi km finiscono schiacciati dalle auto mettendone a repentaglio la stessa sopravvivenza già messa in difficoltà dalla diminuzione delle falde idriche e dall’inquinamento.
Da poche settimane l’EcoIstituto RESEDA ha comunicato i risultati del più grande progetto di citizen science realizzato ai Castelli Romani. Grazie a questo studio si evince che la biodiversità specifica (a kmq, chilometroquadrato) è maggiore di quella dell’Amazzonia con circa 4.000 specie vegetali e animali su un territorio di soli 150 kmq, qualcosa che dovrebbe far riflettere alcuni politici del nostro territorio che invece conoscono solo progetti che consumano il suolo o che degradano il patrimonio naturale. Ricordiamo che il 13 dicembre ad Albano laziale in collaborazione e presso la sede di FabricAlbano ci sarà il seminario sulla biodiversità dei Castelli Romani.
È necessaria una maggior tutela, già da tempo abbiamo proposto la creazione di corridoi ecologici, campagne di sensibilizzazione e sistemi per la riduzione della velocità sulle strade. Provvedimenti utili non solo a proteggere la fauna, ma anche i ciclisti e gli escursionisti che attraversano il Parco dei Castelli Romani. Anche gli stessi automobilisti che causano, ma che sono anche vittima dei numerosi incidenti stradali dovuti alla elevata velocità. I volontari stanno facendo molto per risolvere queste criticità ma il mondo degli enti pubblici deve iniziare ad ascoltare le competenze scientifiche e le idee che le associazioni possono esprimere, a partire proprio dall’Ente Parco.
* Coordinamento natura & Territorio e EcoIstituto RESEDA onlus