Il lago di Nemi, una delle meraviglie naturali più preziose dei Castelli Romani, si sta lentamente prosciugando. Secondo i dati forniti dal Comitato Protezione dei Boschi dei Colli Albani, il livello delle sue acque è sceso dagli originari 34 metri agli attuali 25, e si stima che, senza interventi urgenti, il lago potrebbe scomparire nel giro di dieci anni. A causare questa situazione non è solo la siccità: una gestione irresponsabile delle risorse idriche, l’abuso di prelievi e la cementificazione sfrenata sono i principali fattori che stanno impoverendo l’ecosistema del lago.

Il Comune di Nemi, in particolare, è al centro delle critiche. Quasi l’80% dell’acqua prelevata dalle fonti viene dispersa a causa di una rete idrica ormai logora e inefficiente. In un contesto di crescente speculazione edilizia, con fondi pubblici che sembrano servire a finanziare progetti privati anziché la salvaguardia dell’ambiente, la popolazione locale sta cercando di far sentire la propria voce. Non si tratta solo di una battaglia per l’acqua, ma per il futuro di un territorio che rischia di essere trasformato e snaturato da scelte economiche e politiche miope.

Per rispondere all’inerzia delle istituzioni, il Comitato Protezione dei Boschi dei Colli Albani ha organizzato un evento simbolico ma fortemente significativo. Sabato 21 settembre, alle 10:00, a Genzano si terrà “I laghi in lotta per riempire il lago di Nemi: la secchiata”. I partecipanti formeranno una catena umana, ognuno con un secchio d’acqua in mano, per portare simbolicamente acqua dal centro di Genzano fino alle rive del lago.

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Questo gesto di protesta vuole richiamare l’attenzione delle istituzioni, che finora hanno ignorato la crisi ambientale in corso. L’evento, oltre a essere un’azione simbolica, rappresenta nelle intenzioni degli organizzatori un momento di lotta collettiva per chiedere lo stato di emergenza ambientale per i laghi dei Castelli Romani. Le richieste del comitato sono chiare: basta prelievi indiscriminati dalle falde, stop alla cementificazione e un’urgente revisione della rete idrica che continua a disperdere gran parte dell’acqua prelevata.

Il lago di Nemi non è solo un bacino d’acqua, ma un simbolo della ricchezza naturale, storica e culturale del territorio. La bellezza selvaggia del lago, le sue sponde incontaminate e la sua rilevanza archeologica fanno di Nemi un luogo unico, amato da residenti e visitatori. Ma è anche un ecosistema delicato, fondamentale per la flora e la fauna locali. 

La mobilitazione popolare, sostenuta dal Comitato Protezione dei Boschi dei Colli Albani, non è solo un atto di denuncia contro la gestione attuale, ma una chiamata all’azione per preservare il lago e il territorio circostante dai danni irreparabili di un’urbanizzazione aggressiva. Il Comitato, insieme ai cittadini, chiede un cambio di rotta, per proteggere non solo il lago, ma anche i boschi e le risorse naturali dei Colli Albani. Le prossime manifestazioni, previste il 6 ottobre a Nemi e il 12 ottobre ad Albano, sono ulteriori tappe di questa battaglia per il futuro dei laghi e della comunità.

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