A Genzano di Roma si alza il tiro contro l’evasione fiscale. Con l’emissione di 1.520 avvisi di accertamento su IMU e TARI, il Comune mira a recuperare oltre 3,2 milioni di euro. Una somma che pesa come un macigno sulle casse locali, specie in tempi di bilanci comunali sempre più ridotti. Ma inviare gli avvisi difficilmente si rivelerà un’azione sufficiente a garantire che i soldi tornino davvero nelle casse pubbliche.

Secondo i dati contenuti nella determinazione n. 286 del 19 novembre dell’Ufficio Tributi, 137 avvisi riguardano la TARI – per un valore di 500.000 euro – mentre 1.383 sono relativi all’IMU, per un totale di ben 2,7 milioni di euro. L’obiettivo è chiaro: riequilibrare le risorse e ridurre le disparità tra chi paga regolarmente e chi evade. Ma l’emissione degli avvisi, pur fondamentale, rappresenta solo il primo passo. La vera partita si gioca sulla capacità di trasformare gli accertamenti in effettive entrate.

Come fare, dunque, per evitare che questa operazione rimanga sulla carta? Le vie sono diverse, ma nessuna priva di difficoltà. Il Comune di potrebbe puntare su rateizzazioni agevolate, un’opzione che consente di venire incontro ai contribuenti in difficoltà senza rinunciare al recupero delle somme. Oppure accelerare i tempi con il supporto di enti di riscossione specializzati, una mossa che però potrebbe comporta costi aggiuntivi.

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C’è poi la strada degli incentivi alla regolarizzazione spontanea: offrire sconti sulle sanzioni per chi salda entro un termine prestabilito potrebbe attirare chi è in bilico tra pagare e continuare a ignorare gli obblighi fiscali, ma questo soluzione potrebbe indispettire i cittadini che pagano tutto e regolarmente.

Infine, l’ente comunale di Genzano di Roma potrebbe focalizzarsi sui grandi evasori: andare a colpire le situazioni più gravi non solo avrebbe un impatto maggiore sui numeri, ma invierebbe anche un segnale forte alla cittadinanza.

Vedremo nei prossimi mesi se queste azioni saranno in grado di trasformare gli intenti in risultati concreti, anche in vista del delicato orizzonte elettorale del 2025.

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