Il vicesindaco di Albano Laziale espone le criticità dell’impianto voluto da Gualtieri

In un recente intervento, Luca Andreassi (vicesindaco del Comune di Albano Laziale) ha espresso forti perplessità riguardo alla gara per il nuovo termovalorizzatore di Santa Palomba, pubblicata alcuni giorni fa. Secondo Andreassi, la scelta tecnologica adottata rappresenta infatti un grave passo indietro rispetto alle innovazioni attuali.

La mancanza di competizione tecnologica

Andreassi ha criticato la mancanza di una vera competizione tecnologica nell’ambito della gara. Secondo il vicesindaco, ciò nega la possibilità di valutare soluzioni più adatte, integrate e sostenibili sia dal punto di vista ambientale sia economico. Questa scelta, a suo dire, preclude il vaglio di opzioni tecnologicamente avanzate e adeguate al contesto.

Tecnologia obsoleta

Il vicesindaco ha poi sottolineato che la tecnologia scelta per il termovalorizzatore è datata, risalente ai fine anni ’90. Sebbene ammetta che ci siano stati progressi rilevanti nell’abbattimento delle emissioni inquinanti, Andreassi sostiene che questa scelta non sia allineata con le tendenze globali verso la decarbonizzazione, in cui il gas viene visto come un vettore principale.

Osservazioni sulla procedura di gara

Andreassi ha poi espresso preoccupazioni specifiche riguardo alla procedura di gara, evidenziando diversi aspetti, tra cui l’obbligo per il gestore del servizio di raccolta dei rifiuti di conferire 600.000 tonnellate di rifiuti all’anno al termovalorizzatore, indipendentemente dalla quantità di rifiuti effettivamente prodotta.

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Questioni economiche

Inoltre, si è soffermato sul fronte economico: “La base di gara come prezzo di conferimento per tonnellata è pari a 185 euro. Per capirci, chi porta il rifiuto all’impianto lo farà pagando 185 € a tonnellata. Tale valore, moltiplicato sui 33 anni e 5 mesi di convenzione e moltiplicato per le 600.000 tonnellate annue previste e obbligate, porta a 3,7 miliardi di euro di incasso totale. Quindi, la metà del valore della concessione, che ammonta a 7,4 miliardi, è coperto dal prezzo di conferimento. E l’altra metà? Verosimilmente, dovrebbero arrivare dalla vendita dell’energia elettrica prodotta, sia dal termovalorizzatore che dai pannelli fotovoltaici, e dalle vendite accessorie. Registro un eccesso di ottimismo.”

Lo stoccaggio di anidride carbonica e la viabilità

Ha poi sollevato dubbi sull’efficacia dell’impianto di separazione e stoccaggio della CO2 (descritto come sperimentale e senza garanzie di funzionamento) e ha espresso preoccupazioni relative alla viabilità e alle modalità di conferimento dei rifiuti.

Non è ancora troppo tardi

Andreassi ha concluso dichiarando che “Roma ha una straordinaria esigenza di impianti. Ma impianti che siano tecnologicamente all’avanguardia e funzionali. Prima che sia troppo tardi, ammesso che già non lo sia, è necessario mettere le mani sulla tecnologia per superare queste criticità che rischiano di ingessare Roma per i prossimi 33 anni e 5 mesi.