La recente inchiesta di Report ha acceso i riflettori su presunti scandali legati alla gestione dei rifiuti e alla costruzione del nuovo termovalorizzatore, sollevando un’ondata di critiche e denunce da parte di associazioni locali come Rete Tutela Roma Sud. Al centro della polemica si trovano questioni di trasparenza, presunti sprechi di denaro pubblico e il controverso acquisto di un terreno a Santa Palomba da parte di AMA, la nota municipalizzata romana.
La richiesta di dimissioni di Bruno Manzi
Nelle sue note ufficiali, Rete Tutela Roma Sud non usa mezzi termini: il presidente di AMA, Bruno Manzi, dovrebbe dimettersi immediatamente per “manifesta incapacità” nella gestione delle risorse pubbliche. Al centro delle accuse, soprattutto l’acquisto del terreno a Santa Palomba per 7,5 milioni di euro, un prezzo ritenuto incredibilmente troppo alto.
L’associazione ha sottolineato come l’operazione non solo risulti economicamente discutibile, ma sarebbe aggravata dalla presenza di abusi edilizi e dalla deviazione abusiva del Fosso della Cancelliera sul terreno stesso .”Bastava andare su Google” denuncia la Rete in un comunicato, criticando le consulenze retribuite da AMA che non avrebbero evitato l’acquisto a un prezzo giudicato sproporzionato. La richiesta è chiara: un passo indietro immediato e verifiche da parte della magistratura su eventuali profili di responsabilità penale. L’associazione ha inoltre annunciato l’intenzione di integrare l’esposto già presentato alla Procura della Repubblica nei primi mesi dell’anno.
Le accuse alla Regione Lazio
L’associazione non ha risparmiato critiche alla Regione Lazio, accusata di non aver ancora risposto alla richiesta, presentata quasi un anno fa, di dichiarare il sito della discarica di Roncigliano come area ad elevato rischio di crisi ambientale, come previsto dalla legge regionale n. 13/2019. Rete Tutela Roma Sud denuncia anche il ritardo nella perimetrazione dell’area di salvaguardia del campo Pozzi Laurentino, considerata un passaggio fondamentale per tutelare le risorse idriche.
I rischi per la salute
Secondo Rete Tutela Roma Sud, la puntata di Report ha messo in luce non solo le problematiche legate alla costruzione di nuovi termovalorizzatori, ma soprattutto i rischi rappresentati dagli impianti già esistenti. L’associazione denuncia come inceneritori e discariche, invece di trattare i rifiuti residui, continuino ad avere un ruolo centrale nel mercato grazie al fatto che i costi delle esternalità negative – come l’inquinamento e i danni alla salute – vengano scaricati sulla collettività.
Gli screening sanitari, necessari per monitorare e prevenire i rischi per le comunità, risulterebbero spesso discontinui e tardivi, lasciando i cittadini a combattere lunghissime battaglie per ottenere risposte, quando ormai il danno è già stato fatto. L’associazione ha richiamato come esempio il caso del Porto di Marghera, dove una campagna di monitoraggio è stata finanziata solo dopo pressanti richieste e grazie ai fondi del PNRR. Per questo, l’associazione propone una legge nazionale che imponga controlli regolari e uniformi, finanziati dai gestori degli impianti, garantendo una reale tutela per la salute, in particolare dei bambini e degli anziani, senza gravare sui cittadini attraverso la TARI.
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