In una recente intervista Roberto Gualtieri è tornato a parlare della problematica dei rifiuti a Roma e dell’inceneritore di Santa Palomba. L’Unione dei Comitati contro l’inceneritore ha voluto rispondere con una nota stampa, contestando le dichiarazioni del primo cittadino di Roma.
Nella recente intervista rilasciata a Roma Today Roberto Gualtieri sul tema rifiuti e inceneritore non fa che riempirsi la bocca sull’Europa farcendo, invece, la sua esposizione di fandonie e falsità pur di sostenere la bontà del suo inceneritore.
“Raccolta differenziata, riciclo, e inceneritore invece di discarica” è la sua litania, smentita, però, proprio dal suo piano rifiuti per Roma che prevede, al 2035, un riciclaggio del 54.9%, a fronte del 65% imposto dalla UE, con una percentuale di raccolta differenziata troppo bassa con tantissimi “sprechi” perché non punta sulla raccolta differenziata, compresa quella di qualità non prevedendo impianti di trattamento “REMAT” per ulteriore recupero.
Quanto alla riduzione dei rifiuti prodotti – in testa alle priorità europee – si può ritenere quasi insignificante. Risultato? Una quantità enorme di rifiuti residui indifferenziati che Gualtieri vorrebbe bruciare invece di trattarli per ottenere ulteriore recupero di materia. Si potrebbe quindi fare molto di più agendo sulla riduzione dei rifiuti, la raccolta differenziata e il trattamento del residuo, raggiungendo livelli di riciclaggio anche superiori al 65%. Una soglia, quella europea, di fatto obbligata perché un obiettivo più ambizioso sarebbe insostenibile per quei Paesi del Nord Europa che, avendo privilegiato l’incenerimento a scapito della raccolta differenziata, dovrebbero riconvertire radicalmente i loro sistemi.
Porre l’incenerimento al centro di tutta la strategia, invece di ricorrervi come pratica terminale del ciclo, come impone l’Europa, nasconde una verità nota da sempre: ottenere energia dalla combustione di rifiuti non è un guadagno, ma una perdita economica, perché l’energia ottenuta è di gran lunga inferiore di quella necessaria per produrre nuovamente quanto bruciato.
Oggi l’Europa indica una strada diversa, quella dell’economia circolare e del massimo riciclo, e spinge in tutti i modi per il superamento degli inceneritori: dalla comunicazione della Commissione del 2017 “The role of Waste to Energy in the Circular Economy” alla non finanziabilità degli inceneritori tramite PNRR perché riconosciuti dannosi per l’ambiente in violazione del principio “non arrecare un danno significativo” (DNSH).
Infine imbarazzanti le certezze di Gualtieri circa la riforma del mercato ETS (Emission Trading System) che prevede il pagamento di una quota per ogni tonnellata di CO2 emessa: secondo Gualtieri nella modifica della direttiva, prevista per il 2028, gli inceneritori non saranno tenuti a pagare la quota di emissioni prodotte. La recente modifica della normativa europea ha intanto introdotto il monitoraggio delle emissioni degli inceneritori con l’obbligo per i gestori di comunicare – secondo procedure codificate – le quantità di CO2 emesse proprio in vista della modifica della direttiva del 2028 quando verrà deciso se includere o no l’incenerimento dei rifiuti nel sistema dei crediti di emissione UE. La sbandierata certezza, priva di qualsiasi fondamento, con la quale Gualtieri si dice però sicuro che la modifica non passerà pone sulla testa dei cittadini romani un’ipoteca stimata tra i 40 e gli 80 milioni di Euro da pagare ogni anno. E’ un buon Sindaco quello che scommette una tale cifra, che potrà arrivare fino a 80 milioni di Euro l’anno, a spese dei Romani?