L’onorevole Filiberto Zaratti, deputato del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta rivolta al Ministero dell’Interno, nella quale solleva preoccupazioni riguardo la nomina di Fausto Servadio come assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e PNRR del Comune di Velletri. La questione, esposta nella seduta di lunedì 21 ottobre, evidenzia un potenziale conflitto di interessi dovuto al ruolo di Servadio come amministratore unico della società che detiene la maggioranza dell’azienda aggiudicataria di un appalto pubblico nella stessa città.
La nomina di Fausto Servadio
Secondo quanto riportato nell’interrogazione, Fausto Servadio era stato precedentemente consigliere comunale, ma si sarebbe dimesso a causa di un’incompatibilità derivante dal fatto che una sua ditta ha ottenuto l’appalto per la costruzione di un asilo nido nella ex zona 167 di Velletri. Nonostante ciò, il 3 luglio 2023, il sindaco Ascanio Cascella lo ha nominato assessore con delega ai lavori pubblici, infrastrutture e alla gestione dei fondi del PNRR.
Servadio, nel momento dell’accettazione della nomina, avrebbe firmato una dichiarazione in cui affermava l’assenza di cause di inconferibilità e incompatibilità, come previsto dal Testo Unico degli Enti Locali (decreto legislativo n. 267 del 2000) e dal decreto legislativo n. 39 del 2013. Tuttavia, Zaratti mette in dubbio la correttezza di questa dichiarazione, richiamando l’articolo 63 del TUEL, che vieta a chi ha partecipazioni, anche indirette, in società coinvolte in appalti con il comune di ricoprire cariche amministrative.
Il rischio di conflitto d’interessi
Stando all’interrogazione di Zaratti, la società di cui Fausto Servadio è amministratore unico e principale azionista controllerebbe indirettamente l’impresa aggiudicataria dell’appalto. Il parlamentare ha evidenziato che questa situazione genererebbe un evidente conflitto d’interessi: l’assessore, avendo potere decisionale in materia di opere pubbliche, si troverebbe a gestire appalti per i quali la sua azienda potrebbe trarre profitto. Tale conflitto sarebbe reso ancora più evidente dal fatto che le deleghe assegnate a Servadio includono proprio la gestione delle opere pubbliche finanziate con i fondi del PNRR, ampliando i rischi di sovrapposizione tra interessi privati e funzioni pubbliche.
A supporto della sua posizione, Zaratti cita anche una sentenza della Corte di Cassazione (Sez. I, 18 luglio 2013, n. 17606), che sancisce l’incompatibilità tra l’interesse privato alla massimizzazione del profitto e l’interesse pubblico dell’ente locale, specie quando l’amministratore pubblico ha un ruolo predominante nelle aziende coinvolte.
Le richieste al Ministero dell’Interno
Alla luce di questi fatti, l’onorevole Zaratti ha chiesto al Ministero dell’Interno di valutare, tramite il prefetto, se vi siano le condizioni per applicare le misure previste dall’articolo 70 del Testo Unico degli Enti Locali. L’interrogazione sollecita un intervento rapido per accertare la sussistenza di cause di incompatibilità e inconferibilità, nonché la correttezza delle dichiarazioni rilasciate da Servadio al momento dell’accettazione dell’incarico. Zaratti ha infatti richiamato l’articolo 76 del DPR n. 44 del 2000, che prevede sanzioni per dichiarazioni mendaci o falsità in atti.
Il Ministero è attualmente incaricato di fornire una risposta formale e di verificare se esistano i presupposti per intervenire sulla situazione.
Il caso Servadio, intanto, solleva un dibattito più ampio sul tema della trasparenza nelle nomine pubbliche e sulla gestione dei conflitti d’interessi a livello locale, specie in relazione alla gestione dei fondi del PNRR.