Un mulo robusto, un volpino impertinente, del finocchio fresco e un carretto colorato. Così si portava il vino fino a cento anni fa dai Castelli Romani a Roma.
Il carretto carico di vino, dieci barili fissati con delle corde. Prima di partire un rapido controllo: olio per i mozzi delle ruote e lo stesso olio per caricare la lanterna per rischiarare il buio della notte. L’olio stava dentro un corno, che il carrettiere teneva scaramanticamente attaccato a un mozzo, anche per scacciare il malocchio.
Un ultimo bicchiere con gli amici, il segno della croce davanti alla chiesa e si partiva di notte, da Frascati, Genzano, Marino… Possibilmente facendo un gruppo, una carovana, per viaggiare con maggiore sicurezza: il brigantaggio fu comune per tanto tempo nella Campagna Romana.
Affrontare le lunghe, e a tratti insidiose, discese verso Roma era impegnativo, il carretto a vino era pesante, bisognava frenare nei tratti più scoscesi. Poi arrivata la pianura si poteva schiacciare un pisolino sotto la cappottina, al resto pensava il volpino. Eh sì, il cane saltava giù dal carretto ogni volta che il mulo indugiava, un morsettino ai garretti e via, il carretto riprendeva la sua strada, una strada conosciuta al mulo, nota al cane e molto familiare al carrettiere.
Da oriente le prime luci dell’alba, l’aria è fresca e Roma è vicina. Poco dopo si arriva dal primo oste. Due chiacchiere sul viaggio. L’oste dà un po’ d’acqua al volpino. Il carrettiere ricambia offrendo il finocchio all’oste. Poi gli fa assaggiare il vino. “È un nettare!” E ne compra più del solito. Eh sì, perché il finocchio svia il gusto e dopo averlo mangiato qualsiasi vino sembra un’ambrosia. Ma era più un gioco, perché il vino era comunque buono per davvero. Ma è rimasta la battuta “farsi infinocchiare”.
Sembra una storia? Forse, ma questo è stato per secoli il trasporto del vino e tutto quello che ha significato per i Castelli Romani e, con tutte le evoluzioni che ci sono state, continua a significare. E i 100 anni della Sagra dell’Uva di Marino ne sono una testimonianza.
Galleria fotografica
Le seguenti fotografie sono tratte dalle pubblicazioni “L’Ambasciatore dei Castelli – Il carretto a vino nelle cartoline d’epoca” e “Gotto d’Oro – Pubblicazione editoriale per il 50° anniversario della fondazione”. Ringraziamo Gaetano Bettini e Sandro Caracci per averle gentilmente fornite, a cui la Redazione invia i suoi più sentiti ringraziamenti.