Oggi, 20 novembre, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) sarà paralizzato da uno sciopero nazionale che coinvolgerà medici, infermieri e professionisti di vari ambiti sanitari. L’agitazione, indetta dai sindacati Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, è una risposta decisa alle condizioni critiche del settore. Sono oltre 1,2 milioni le prestazioni sanitarie a rischio in tutta Italia, tra cui circa 15.000 interventi chirurgici programmati, 100.000 visite specialistiche e numerosi esami diagnostici. Gli ospedali garantiranno solo i servizi di emergenza.

Non si tratta di una decisione presa a cuor leggero. Come spiegano i leader sindacali Pierino Di Silverio, Guido Quici e Antonio De Palma, la situazione è ormai insostenibile: finanziamenti insufficienti, carenza di personale e mancato riconoscimento economico sono solo alcune delle ragioni che hanno spinto il settore a incrociare le braccia. “Protestiamo per ridare dignità e valore al nostro lavoro e per garantire un futuro alla sanità pubblica”, hanno dichiarato i portavoce.

Le cause della protesta

La lista delle rivendicazioni è lunga e tocca nodi critici per la tenuta del sistema sanitario. I sindacati denunciano la mancanza di un piano straordinario di assunzioni, l’insufficiente finanziamento dei contratti e l’assenza di risorse per la sicurezza negli ospedali. Inoltre, chiedono una maggiore attenzione alla tutela dei lavoratori, come la depenalizzazione degli atti medici, e la revisione del vincolo di esclusività per infermieri e professionisti sanitari.

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Particolarmente grave è la questione della fuga dei giovani professionisti, spesso attratti da condizioni migliori all’estero. “Non si può continuare a lavorare in un’emergenza cronica, senza ferie, riposi o la garanzia di un ambiente sicuro”, sottolineano i sindacati. La mancanza di una visione a lungo termine per il Servizio Sanitario Nazionale aggrava ulteriormente la situazione, alimentando una crisi che si ripercuote direttamente sui cittadini.

L’impatto per i cittadini

Lo sciopero avrà inevitabilmente un impatto rilevante sugli utenti del servizio sanitario, con il rischio di disagi su larga scala. Tuttavia, il personale sanitario garantisce la copertura delle urgenze e delle prestazioni indispensabili, come previsto dalla normativa. La manifestazione principale si terrà a Roma, in piazza Santi Apostoli, alle ore 12: un momento simbolico per richiamare l’attenzione della politica e della cittadinanza.

Questa giornata di protesta non rappresenta solo una richiesta di miglioramenti contrattuali, ma un grido d’allarme per il futuro della sanità pubblica. “Se riusciremo a ottenere anche solo una parte delle nostre richieste, i benefici ricadranno su tutto il sistema e, soprattutto, sui cittadini”, concludono i leader sindacali. Resta da vedere se il governo risponderà con azioni concrete o se la tensione continuerà a salire.

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