Dalle contraddizioni della politica alle strategie di contrasto alla ludopatia
Il tema del gioco d’azzardo, un tempo al centro di accesi dibattiti politici, sembra ora essere caduto in un inquietante oblio. Questo silenzio non solo mette in dubbio il rispetto delle promesse elettorali, ma solleva anche preoccupazioni sulla responsabilità sociale e politica di fronte a una questione tanto complessa e insidiosa.
In Italia, il gioco d’azzardo è un’attività con enormi ricadute economiche e un fenomeno sociale che tocca la vita di milioni di persone. Nonostante il settore generi miliardi di euro per lo Stato, dietro di esso si cela una drammatica realtà di dipendenza psicologica e crisi familiari.
La narrazione politica post-elettorale è vittima di un silenzio che solo qualche coraggioso parlamentare ha voluto squarciare. Nell’ottobre 2015, ad esempio, fu proprio Giorgia Meloni a criticare l’allora governo Renzi perché il gioco era arrivato a produrre oltre 88 miliardi di euro con le seguenti parole: “Ci fa schifo un Governo che fa cassa su una malattia gravissima come la ludopatia, che porta alla disperazione quasi 2 milioni di italiani. Renzi spieghi il perché di questo vergognoso pizzo pagato alle lobby del gioco d’azzardo”.
L’azzardo, oggi, genera circa 136 miliardi, ma sembra un tema trascurato dalla maggior parte dei politici. I recenti scandali che hanno coinvolto il mondo del calcio sottolineano, di contro, quanto sia importante che politica, organi di informazione e società civile mantengano alta l’attenzione sul tema, promuovendo una sensibilità che contrasti il gioco sfrenato.
Di recente, un emendamento alla legge di bilancio 2024 presentato dalla senatrice Daniela Sbrollini, ha riaperto il dibattito e si spera che si riesca ad arrivare a una lotta comune sulla questione.
È, infatti, necessario un approccio bilanciato che consideri sia i benefici economici sia i rischi sociali, dando comunque la massima priorità al benessere degli individui e delle famiglie. La consapevolezza pubblica sulla ludopatia, vista come problema sociale, richiede un’azione collettiva che non può più essere ulteriormente rimandata. Prevenzione, educazione e supporto alle vittime della dipendenza sono essenziali.
È fondamentale rafforzare i servizi di neuropsichiatria con un focus sull’assistenza semiresidenziale. Migliorare l’assistenza sociosanitaria significa trattare non solo la dipendenza, ma anche le problematiche correlate. Ma anche l’assistenza per il benessere psicologico, con attività mirate alla prevenzione e all’intervento precoce, è cruciale perché affrontare il disagio psicologico legato al gioco può ridurre l’impatto a lungo termine sulla vita delle persone.
La concretizzazione di tutto ciò è responsabilità di tutti: politici, professionisti della salute e la comunità nella sua interezza.
Affrontare la ludopatia richiede un impegno collettivo e strategie integrate per un futuro più responsabile e sano per tutti i cittadini italiani, mettendo da parte il silenzio e ponendo come priorità assoluta la salute individuale e il benessere delle famiglie.
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