Un progetto contrastato fin dall’inizio
La controversia relativa all’installazione di una stazione radio base nel cuore di Frascati, in Piazza San Pietro, rappresenta un caso emblematico delle complesse dinamiche tra innovazione tecnologica e salvaguardia paesaggistica. Il progetto, promosso da Telecom Italia e Ia.So. Group Immobiliare, prende avvio nel 2017 con la presentazione di un’istanza per l’installazione di antenne destinate al servizio radiomobile. Autorizzato dal Comune di Frascati nel febbraio 2018, l’impianto riceveva anche il parere favorevole dell’ARPA, che ne attestava la compatibilità ambientale.
Le difficoltà, tuttavia, non tardano a manifestarsi. Il Parco Regionale dei Castelli Romani si oppone fermamente al progetto, contestando la conformità delle opere alle proprie disposizioni regolamentari. Sebbene l’installazione fosse già stata completata nel giugno 2018, l’ente parco notificava una diffida alla prosecuzione dei lavori, citando presunte violazioni normative e regolamentari. Da qui prende avvio una disputa legale che coinvolge diverse amministrazioni, tra cui il Comune di Frascati, il Parco Regionale e la Regione Lazio.
Un aspetto fondamentale della vicenda riguarda i “motivi ostativi” al rilascio del nulla osta ambientale, indicati dall’ente parco ma mai formalmente notificati alla società proponente, secondo quanto sostenuto da Telecom Italia. Questo vuoto procedurale diventa il fulcro delle argomentazioni del ricorso presentato dall’azienda al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio.
La decisione del TAR: irricevibilità per tardività
La sentenza del TAR, emessa il 25 ottobre scorso, pone fine a una disputa durata oltre cinque anni. Il Tribunale ha dichiarato irricevibile il ricorso di Telecom Italia, ritenendo che l’azienda fosse pienamente a conoscenza dei provvedimenti contestati sin dall’ottobre 2018, quando il Parco Regionale inviò una diffida tramite PEC. Questo fatto, secondo i giudici, segnava l’inizio del termine decadenziale per l’impugnazione, che sarebbe quindi scaduto nel dicembre 2018. La notifica del ricorso avvenuta nel gennaio 2019 è stata considerata oltre i termini previsti dalla legge.
La decisione del TAR segue un orientamento giurisprudenziale consolidato, secondo cui la “piena conoscenza” di un atto lesivo non richiede una dettagliata comprensione del provvedimento, ma è sufficiente che il destinatario percepisca l’immediata e concreta lesività dell’atto. Tale principio, finalizzato a garantire certezza giuridica nei procedimenti amministrativi, ha giocato un ruolo determinante nella sentenza.
Inoltre, la connessione tra il ricorso principale e i motivi aggiunti presentati successivamente da Telecom Italia ha portato all’inammissibilità anche di questi ultimi. Il TAR ha ritenuto che l’infondatezza del ricorso iniziale “travolgesse” le successive integrazioni.
Implicazioni e prospettive future per Frascati
La vicenda della Stazione Radio Base di Frascati evidenzia, ancora una volta, le difficoltà nel bilanciare lo sviluppo tecnologico con la tutela del patrimonio paesaggistico e culturale, un tema particolarmente delicato nei Castelli Romani. La sentenza del TAR ha dichiarato irricevibile il ricorso di Telecom Italia, chiudendo il contenzioso legale ma lasciando aperte questioni rilevanti sul piano pratico e amministrativo, in particolare il destino del traliccio già installato in Piazza San Pietro.
Non essendo stata emessa un’ordinanza specifica di rimozione nella sentenza del TAR, il traliccio rimane tecnicamente in una situazione di irregolarità amministrativa. Tuttavia, il Parco Regionale dei Castelli Romani, che aveva già diffidato Telecom Italia dalla prosecuzione dei lavori, potrebbe avviare un procedimento amministrativo per richiederne la rimozione, basandosi sul diniego al nulla osta paesaggistico. In alternativa, Telecom Italia potrebbe cercare una via per regolarizzare la struttura, presentando una nuova istanza conforme ai vincoli imposti dalle normative locali e dai pareri dell’ente Parco.
Resta il rischio di un intervento coattivo da parte delle autorità competenti qualora non si trovi una soluzione condivisa. Il caso solleva interrogativi più ampi sulla gestione delle infrastrutture tecnologiche in aree sensibili e sulla necessità di migliorare il coordinamento tra aziende e istituzioni per evitare situazioni simili in futuro. Il dialogo tra le parti sarà cruciale per evitare ulteriori conflitti e garantire uno sviluppo sostenibile che rispetti tanto le esigenze tecnologiche quanto la salvaguardia del territorio.
Cos’è una Stazione Radio Base?
Una Stazione Radio Base (SRB) è un’infrastruttura essenziale per le reti mobili, che trasmette e riceve segnali radio per consentire ai dispositivi di connettersi alla rete telefonica e a Internet. Composta da antenne, amplificatori e unità di controllo, è collegata alla rete principale del gestore telefonico e garantisce la copertura del segnale in un’area specifica. Indispensabili per il funzionamento di reti 4G e 5G, le SRB sono spesso al centro di controversie legate all’impatto visivo, ai timori per la salute e ai vincoli normativi, specialmente in contesti urbani o paesaggistici sensibili, come nel caso di Frascati, dove l’installazione è stata bloccata per questioni ambientali e regolamentari.
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