Il Comitato per la Protezione dei Boschi Colli Albani, attraverso una nota stampa, denuncia con forza la grave situazione che riguarda il Monte Artemisio e altre aree del Parco dei Castelli Romani. Con un terzo dei boschi già venduti al taglio ceduo, il comitato punta il dito contro le istituzioni locali e l’Ente Parco, accusandoli di inerzia. Di seguito il comunicato integrale.


Monte Artemisio è una delle zone più devastate del nostro territorio: 1/3 dei suoi boschi sono stati venduti al taglio ceduo, un totale di più di 500 ettari. La ditta che sta tagliando è imputata in un processo penale al tribunale di Velletri per illeciti nei tagli, ma né il comune gli ha ritirato la concessione né l’Ente Parco ha detto una parola.

Anzi l’Ente Parco avalla questo sfruttamento economico intensivo del territorio. Lascia che gli alberi siano tagliati massivamente a ceduo dalle ditte di legname e nulla sta facendo per la tutela dei nostri boschi e della loro biodiversità (il 95% del parco è ceduo di castagno quindi legna da tagliare, solo il 5% sono aree protette), nulla sta facendo per salvare i laghi che stanno scomparendo con l’abbassarsi della falda acquifera, nulla sta facendo per la tutela dei nostri boschi e della loro biodiversità, nulla sta facendo per la conservazione delle tante e incredibili aree archeologiche che abbiamo.

Stanno distruggendo un patrimonio collettivo, svendendolo e consumandolo a beneficio di poche ditte private, invece di proteggerlo e valorizzarlo per il suo notevole interesse ambientale e quello della cittadinanza che sempre più chiede che si ponga fine a questa desertificazione.

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Nonostante si possa affermare con certezza che gli alberi hanno un ruolo fondamentale nella lotta alla crisi climatica e che siano preziosi per noi e tutti gli animali, da tempo ormai assistiamo, in aree vastissime del Parco dei Castelli Romani, al cosiddetto taglio del bosco ceduo. Ceduo viene dal latino “taglio” e non è altro che disboscamento, una pratica artificiale di abbattimento di alberi per raccogliere e vendere legna, pratica che danneggia gravemente gli ecosistemi boschivi.

Lo scopo del taglio ceduo non è assolutamente il benessere del bosco, il suo unico fine è il profitto ricavato dalle ditte del legname. Contro questo ci battiamo, senza soste ormai da un anno. Perdiamo ogni anno centinaia di ettari di boschi tagliati: considerando che in ogni ettaro ci sono circa 1000 alberi e ne vengono lasciati solamente 50-70 a dote del bosco i calcoli sulle perdite sono spaventosi. Da poco Rocca di Papa ha messo all’asta il taglio di altri 65 ettari, ad esempio.

Riteniamo necessario e improcrastinabile che la destinazione d’uso delle particelle boschive attualmente classificate “ceduo” siano trasformate in riserve naturali, zone speciali, aree archeologiche e monumentali (considerando che il nostro parco è attraversato da ben tre cammini e ha un patrimonio archeologico incredibile). Non ci fermeremo finché non sarà così.

Area boschiva con alberi diradati e segni evidenti di taglio ceduo. Il Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani denuncia questa pratica distruttiva.
L’effetto del taglio ceduo: pendii disboscati e alberi diradati.

Un messaggio per salvare i boschi: il Comitato organizza il Tree-Tag su Monte Artemisio

Il Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani ha organizzato una giornata di Tree-Tag, un evento simbolico per sensibilizzare sull’importanza di proteggere i boschi di Monte Artemisio dal taglio ceduo. L’appuntamento è fissato per sabato 14 dicembre alle ore 10:30 presso Fontana Marcaccio, a Velletri. L’iniziativa prevede una facile passeggiata tra gli alberi minacciati dal disboscamento, durante la quale verranno apposti cartelli sui tronchi per raccontarne il valore ecologico, climatico e sociale. I partecipanti potranno portare i propri messaggi o utilizzare i materiali messi a disposizione dal comitato. Al termine dell’attività, i cartelli verranno rimossi, ma il messaggio di tutela rimarrà ben saldo: fermare la distruzione dei boschi e preservare questo patrimonio unico per le generazioni future.

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