In una recente nota stampa, Diritti in Comune ha espresso un netto rifiuto alla consueta “spartizione delle nomine degli scrutatori”, una pratica che ritiene clientelare e non trasparente. In vista delle prossime elezioni europee, il gruppo ha proposto una mozione che ha portato alla creazione di un modulo per la messa a disposizione delle persone iscritte nell’albo degli scrutatori, che desiderano essere scelte per lavorare ai seggi elettorali.
Tuttavia, la Commissione Elettorale, composta da rappresentanti della Lega e del Partito Democratico, ha deciso di mantenere il metodo tradizionale di nomina, ignorando le richieste pervenute tramite il modulo.
La proposta di Diritti in Comune
La mozione di Diritti in Comune mirava a introdurre un sistema più trasparente e meritocratico per la selezione degli scrutatori. L’idea era di permettere a chiunque fosse iscritto nell’albo di mettere a disposizione la propria candidatura attraverso un modulo, garantendo così che la scelta avvenisse su base cronologica e non tramite conoscenze personali o favoritismi.
La decisione della Commissione Elettorale
Nonostante la proposta, la Commissione Elettorale ha scelto di procedere come sempre, nominando gli scrutatori in maniera autonoma e senza considerare le domande presentate. Diritti in Comune ha criticato questa decisione, sostenendo che perpetua un sistema clientelare che premia chi ha le “conoscenze giuste”, piuttosto che garantire pari opportunità a tutti i candidati.
La posizione di Diritti in Comune
Diritti in Comune ha ribadito la propria posizione alla Commissione Elettorale, dichiarando che per quanto riguarda la loro quota di nomine, avrebbero indicato i candidati in ordine cronologico di presentazione della domanda, escludendo coloro che sarebbero stati nominati dai partiti. Questo approccio vuole essere un passo verso una maggiore democrazia e trasparenza, offrendo a tutti la stessa opportunità di partecipare.