L’associazione Italia Nostra e il Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Velletri contro la realizzazione e la gestione del Centro Canoe di Nemi, inaugurato prima dell’estate, sollevando diversi interrogativi su quella che sembrerebbe essere, a loro dire, un’operazione più orientata a scopi commerciali che sportivi e sociali, come invece previsto dal bando comunale.

I firmatari dell’esposto ipotizzano che la struttura sia utilizzata prevalentemente per attività di ristorazione ed eventi serali, piuttosto che per promuovere le attività sportive e l’inclusività per disabili e anziani, come originariamente previsto. Il documento mette inoltre in evidenza una serie di possibili impatti ambientali e presunte irregolarità nella concessione del bando.

Ipotesi di un uso commerciale prevalente del Centro Canoe di Nemi

Uno dei punti principali sollevati nell’esposto riguarda la presunta predominanza di attività a fini commerciali presso il Centro Canoe di Nemi. Secondo i firmatari, la struttura, che dovrebbe promuovere attività sportive come il canottaggio e garantire l’accesso a persone disabili e anziani, sembrerebbe invece concentrarsi maggiormente su eventi di ristorazione e intrattenimento. Viene descritto come, al posto delle finalità sportive dichiarate nel bando pubblico, il centro offra servizi balneari a pagamento, con lettini e ombrelloni disponibili su un terreno prospiciente il lago di circa 1.800 metri quadrati.

L’esposto ipotizza che queste attività potrebbero non essere in linea con lo spirito del bando, il quale indicava come obiettivo primario la promozione di sport inclusivi e sociali. A supporto di questa tesi, si cita il fatto che l’accesso ai servizi del centro risulterebbe oneroso, con costi che arrivano a 25-30 euro al giorno per la fruizione della spiaggia, mentre le lezioni di canoa, che rappresentano l’attività sportiva principale, avrebbero prezzi considerati elevati.

Secondo i firmatari, l’offerta limitata di attività sportive, unite ai prezzi alti, potrebbe configurare una gestione più orientata a scopi commerciali che sportivi. Tuttavia, spetterà alle autorità competenti verificare se quanto ipotizzato nell’esposto rispecchi la realtà dei fatti e se tali attività siano coerenti con i requisiti imposti dal bando.

Preoccupazioni sull’inclusività per disabili e anziani

L’esposto solleva ulteriori dubbi sulla capacità del Centro Canoe di Nemi di rispettare gli obblighi di inclusività previsti dal bando. Uno dei punti chiave dell’esposto riguarda la presunta mancanza di strutture adeguate per persone disabili. Secondo quanto riportato nel documento, non risulterebbero attrezzature sportive destinate a persone con disabilità, né infrastrutture adeguate per facilitare l’accesso al lago. Il bando attribuiva punteggi elevati alle proposte progettuali che prevedevano attività rivolte a disabili e anziani, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale attraverso lo sport.

Nell’esposto si fa riferimento a conversazioni con i gestori della struttura, durante le quali sarebbe emerso che l’accesso al lago per le persone con disabilità potrebbe essere complicato, in quanto mancherebbero rampe o percorsi facilitati. Sebbene siano stati messi in atto alcuni interventi, come il lastricato e un’area con ombrelloni, il documento suggerisce che questi non sembrerebbero sufficienti a garantire una fruizione agevole per tutti. Resta quindi da verificare se tali mancanze costituiscano effettivamente una violazione delle condizioni di assegnazione del bando, e se la struttura stia effettivamente operando secondo quanto dichiarato.

Veduta del lago di Nemi
Veduta del lago di Nemi

Dubbie tempistiche e ipotesi di irregolarità nel bando

Un altro aspetto su cui l’esposto si concentra riguarda la tempistica con cui è stata assegnata la concessione del Centro Canoe di Nemi a una società privata. Secondo quanto riportato, il bando è stato pubblicato il 29 giugno 2023, con una finestra di soli 10 giorni per la presentazione delle candidature. L’unica società a partecipare al bando avrebbe ottenuto la concessione dopo una rapidissima valutazione.

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Nell’esposto si ipotizza che questa breve finestra temporale possa aver limitato la partecipazione di altri potenziali concorrenti, sollevando dubbi su quanto sia stato trasparente il processo. Inoltre, viene segnalato che la commissione giudicatrice avrebbe impiegato appena 25 minuti per esaminare e approvare l’unica candidatura pervenuta, un arco di tempo che i firmatari dell’esposto considerano insufficiente per un’analisi approfondita di un progetto così complesso.

Italia Nostra e il Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani sollecitano un’indagine da parte delle autorità competenti per chiarire se il processo di concessione sia stato condotto secondo criteri di trasparenza e correttezza, o se siano presenti eventuali irregolarità che abbiano compromesso l’assegnazione della gestione.

Possibili impatti ambientali della costruzione del Centro Canoe di Nemi

L’esposto dedica ampio spazio anche alle presunte conseguenze ambientali della costruzione del Centro Canoe. Secondo i firmatari, l’area su cui sorge la struttura è parte del Parco Regionale dei Castelli Romani, sottoposta a vincoli stringenti di tutela ambientale. La costruzione del centro avrebbe comportato la cementificazione di parte della sponda del lago e la posa di una grande quantità di ghiaia bianca, creando una spiaggia artificiale che, secondo l’esposto, potrebbe aver alterato l’equilibrio ecologico della zona.

Viene fatto riferimento alla Legge Regionale n. 29 del 1997, che impone severe restrizioni sulle costruzioni in aree protette. Secondo Italia Nostra, tali vincoli potrebbero non essere stati rispettati nella costruzione della struttura in cemento armato e nella realizzazione dei terrazzamenti.

Impatto sulla fauna locale

L’esposto non si limita alle problematiche commerciali e gestionali, ma affronta anche i possibili effetti negativi del centro sulla fauna del Lago di Nemi. Il documento segnala che le attività serali, in particolare gli eventi con musica ad alto volume, potrebbero disturbare alcune specie animali presenti nell’area, tra cui uccelli acquatici e pipistrelli, alcuni dei quali protetti.

Si menzionano gli uccelli come morette, moriglioni e svassi piccoli, così come alcune specie di pipistrelli, che potrebbero subire danni a causa dell’inquinamento acustico. Nell’esposto si fa riferimento a studi scientifici che dimostrano come il rumore eccessivo possa interferire con il comportamento di caccia e riproduzione degli animali, mettendo a rischio la loro presenza nell’area. Anche il traffico veicolare causato dall’afflusso di clienti al centro potrebbe avere un impatto negativo, in particolare sugli anfibi, spesso schiacciati dalle auto durante le migrazioni notturne.

Ciò che appare sempre più evidente è che un altro prezioso frammento di naturalità del lago di Nemi rischia di essere compromesso. Spetterà ora alle autorità competenti verificare la fondatezza delle ipotesi sollevate e accertare eventuali irregolarità nella gestione del centro o violazioni delle normative ambientali.

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