Dopo la critica della Consigliera Regionale del Polo Progressista Alessandra Zeppieri, l’inceneritore di Santa Palomba voluto dal Sindaco di Roma Gualtieri continua a essere al centro dell’attenzione. In questo comunicato inviatoci dal Coordinamento Natura & Territorio dei Castelli Romani viene approfondita la tematica dell’inquinamento che produrrebbe l’impianto e dei conseguenti rischi sanitari per i cittadini dei territori limitrofi.
Ieri sera si è riunita la plenaria delle associazioni ambientaliste, cui hanno aderito 40 associazioni, i punti all’ordine del giorno sono stati la lotta contro l’inceneritore e la corretta informazione riguardante i laghi, soprattutto contro le false informazioni che girano ultimamente su questi due argomenti. Durante la riunione è uscita una importante novità che riguarda l’inquinamento che produrrà l’inceneritore che qui riportiamo.
La scelta del Sindaco di Roma di costruire un inceneritore per i rifiuti solleva numerosi interrogativi, non solo per il suo impatto ambientale, ma soprattutto per i rischi sanitari a lungo termine che potrebbe comportare per le comunità circostanti. Infatti, il bio-accumulo di certi inquinanti come le diossine, i furani, gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), PCB Poli-Cloro Bifenili e altri composti organici, possono nel tempo superare i limiti di tossicità, e di certo una volta costruito questo inceneritore lo faranno funzionare per lungo tempo, con conseguente notevole accumulo di questi inquinanti nell’ambiente.
Questi composti chimici possono bio-accumularsi nella fauna acquatica dei laghi, già così in difficoltà con la crisi delle falde idriche. Invece di potenziare la raccolta differenziata e il riciclaggio, si opta per una soluzione che contribuirà a emettere milioni di tonnellate di gas serra all’anno, aggravando il cambiamento climatico. Inoltre, l’inceneritore consumerà circa 1,5 milioni di metri cubi d’acqua ogni anno, compromettendo ulteriormente la già critica situazione delle riserve idriche nei Castelli Romani. Più preoccupante, tuttavia, è il potenziale impatto sulla salute pubblica, con un aumento delle malattie degenerative che potrebbe colpire le persone che vivono entro, e nel tempo oltre, un raggio di 10 km.
Impatti sottovalutati dell’ inceneritore sulla salute dei cittadini
L’impatto sanitario degli inceneritori è spesso trascurato, sia per il tempo necessario a rilevare effetti a lungo termine, sia per la complessità delle relazioni tra inquinamento e salute. Tuttavia, numerosi studi condotti in Europa e nel mondo hanno dimostrato la correlazione tra la vicinanza agli inceneritori e l’aumento del rischio di cancro. L’Ecoistituto RESEDA Onlus, parte del Coordinamento Natura & Territorio dei Castelli Romani, ha esaminato le ricerche che evidenziano un rischio maggiore di tumori, come quello ai polmoni, al fegato e il linfoma non-Hodgkin, tra coloro che vivono in un raggio di 10 km di distanza.
Uno studio condotto nel Regno Unito da Elliott e colleghi ha mostrato come l’incidenza del cancro aumenta nei pressi di discariche e inceneritori, soprattutto entro un raggio di 7,5 km. Si osserva che, più si è vicini agli inceneritori, più è alto il rischio di sviluppare tipi specifici di cancro. La ragione principale, afferma lo studio, è attribuibile all’emissione di diossine, metalli pesanti e particolato, sostanze che si accumulano nel suolo e nell’acqua. Oltre al cancro, gli inceneritori sono stati associati a problemi respiratori, malattie cardiache e anomalie congenite, soprattutto nei bambini. Questi rischi sono accentuati dalle emissioni continue di composti tossici, che possono causare effetti genotossici e aumentare il rischio di malattie neurodegenerative. La complessità dell’impatto di questi impianti sui residenti vicini è aggravata dall’esposizione combinata a più fonti di inquinamento, che si sommano, come evidenziato proprio nello studio inglese.
Altro studio “Rischio di cancro e distanza dagli inceneritori”: una revisione pubblicata sull’European Journal of Public Health ha osservato che vi è evidenza di una maggiore incidenza di linfoma epatico, polmonare e non-Hodgkin tra coloro che risiedono vicino agli inceneritori. Questo gradiente di prossimità suggerisce che le emissioni di queste strutture possono avere un impatto sostanziale sulle comunità vicine, principalmente a causa di inquinanti atmosferici che possono depositarsi nel suolo, negli alimenti e nelle riserve idriche locali, contribuendo a rischi di esposizione prolungati nel tempo.
La costruzione di un inceneritore potrebbe portare a una nuova procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea, vista la sua incompatibilità con le attuali politiche ambientali e sanitarie dell’Unione. È evidente che esistono alternative più sicure ed ecologicamente sostenibili, come il potenziamento della raccolta differenziata, il compostaggio e una strategia di economia che riduce drasticamente la produzione di rifiuti. Il futuro della gestione dei rifiuti non deve compromettere la salute dei cittadini, né il clima e le risorse naturali.
La salute pubblica e l’ambiente devono essere priorità assolute nella definizione delle strategie di gestione dei rifiuti. È responsabilità delle istituzioni adottare misure che riducono le emissioni nocive e proteggono la qualità della vita e del territorio. Per questo invitiamo tutti i cittadini al Corteo del 12 ottobre ad Albano laziale indetto dall’ Unione dei Comitati contro l’inceneritore.
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