Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa ricevuto da parte del Coordinamento Natura & Territorio, riguardante la proposta delle associazioni ambientaliste di un piano condiviso per la difesa dei boschi dei Castelli Romani.
In occasione del convegno sulla “Sicurezza sul Lavoro nel Settore Forestale”, tenutosi presso la sede del Parco Regionale dei Castelli Romani, il Coordinamento Natura & Territorio dei Castelli Romani ha presentato il “Piano per la difesa e la conservazione degli ecosistemi forestali dei Castelli Romani”. Un progetto necessario per proteggere e ripristinare la biodiversità unica del territorio, rafforzandone la resilienza agli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici e dell’antropizzazione.
Il piano, redatto dal comitato tecnico-scientifico del Coordinamento delle associazioni, propone un duplice approccio per garantire la tutela della biodiversità: proteggere integralmente le aree forestali naturali e promuovere una gestione sostenibile delle foreste di castagno. Questa normativa proposta esclude l’uso delle foreste di castagno per la produzione di biomassa destinata a scopi energetici, con l’eccezione dell’utilizzo tradizionale delle fascine per i forni del pane e del riciclo degli scarti di segheria. L’obiettivo è limitare lo sfruttamento delle risorse naturali per scopi industriali e concentrarsi su un utilizzo sostenibile, volto a preservare gli ecosistemi naturali del territorio.
Oltre a limitare lo sfruttamento delle risorse, il piano prevede iniziative per convertire la gestione forestale verso pratiche che migliorino l’habitat naturale e la diversità di specie, rendendo le foreste più resistenti alle sfide climatiche, come le siccità prolungate e l’innalzamento delle temperature.
Il Coordinamento auspica che la dirigenza del Parco dei Castelli Romani, insieme a rappresentanti istituzionali ed esperti intervenuti, accolgano il piano con interesse, riconoscendo l’urgenza di intervenire con azioni concrete per contenere le conseguenze dell’antropizzazione e del cambiamento climatico sui preziosi ecosistemi del vulcano laziale. Il Coordinamento ha anche ricordato al Parco le varie denunce fatte in questi anni, in particolar modo le oltre 10.000 querce e altri alberi autoctoni tagliati sulle Faete nel 2023 e la segnalazione di presenze arboree da tutelare come le Quercus crenata e Quercus virgiliana.
Grazie a questa iniziativa, il Parco dei Castelli Romani può diventare un esempio di integrazione tra tutela naturalistica e attività economiche sostenibili, offrendo prospettive per la creazione di posti di lavoro nel settore della silvicoltura sostenibile. Il Coordinamento auspica che il piano serva da modello per altre aree naturali protette, promuovendo una visione che considera le foreste non solo risorse economiche ma anche pilastri essenziali per la salute ecologica e la resilienza climatica dei territori.