Con il Giubileo alle porte, Ryanair scommette su Roma. La compagnia aerea irlandese, già presente nei due scali capitolini di Ciampino e Fiumicino con 17 aeromobili e un investimento di 1,7 miliardi di dollari, intende rafforzare ulteriormente la sua presenza nel 2025, anno chiave per il turismo religioso e internazionale. Fabrizio Francioni, responsabile comunicazione Italia di Ryanair, ha sottolineato l’importanza di una connettività all’altezza dell’evento, ricordando che la compagnia trasporta circa 10,5 milioni di passeggeri l’anno nella Capitale grazie a oltre 1.000 voli settimanali.
Francioni ha inoltre annunciato un operativo invernale ampliato per il prossimo anno, con 63 rotte complessive da e per Roma, di cui 17 nuove, pensate per collegare la città a mete di forte tradizione cattolica come Polonia, Spagna, Portogallo e Irlanda. Un impegno strategico che mira a fare di Roma una porta d’accesso globale per i pellegrini e i turisti.
Ciampino come city airport
Ryanair guarda con attenzione all’aeroporto di Ciampino, considerato da Francioni come una risorsa ancora sottoutilizzata. “Ciampino è un aeroporto estremamente importante, che può sicuramente migliorare le proprie performance e che può finalmente diventare un vero e proprio city airport per questa città – ha dichiarato Francioni alle pagine di Adnkronos – Per farlo, è necessario aumentare i voli, discutere e finalmente sollevare il tetto ai voli giornalieri che oggi insiste su Ciampino”.
Francioni ha inoltre evidenziato il ruolo dei nuovi aeromobili Gamechanger di Ryanair, in grado di ridurre le emissioni di CO2 del 20% e l’impatto acustico del 50%, come parte della strategia per una crescita sostenibile. Nel frattempo, Fiumicino consolida la sua posizione come hub internazionale, superando nel 2024 la soglia record di 50 milioni di passeggeri, con un incremento del 20% rispetto al 2023 e ben 230 destinazioni non-stop attive, che lo rendono uno degli aeroporti meglio collegati al mondo.
L’espansione di Ciampino come city airport potrebbe rappresentare un’opportunità per potenziare la connettività di Roma, ma porta con sé criticità che non possono essere ignorate. Aumentare i voli significherebbe infatti intensificare il traffico aereo, con ripercussioni dirette sulle inevitabili emissioni inquinanti, sull’inquinamento acustico e sul congestionamento del traffico locale in un’area già gravata da criticità ambientali e urbanistiche. Le infrastrutture stradali attorno all’aeroporto, spesso congestionate, potrebbero ulteriormente risentire di un aumento dei passeggeri, penalizzando la mobilità dei residenti e degli utenti.
Ryanair mette in evidenza l’efficienza dei nuovi aeromobili, ma queste misure potrebbero non essere sufficienti per arginare l’impatto di un’espansione significativa. Inoltre, la promessa di ritorni economici, come maggiori posti di lavoro e investimenti locali, è ancora incerta. L’aumento della connettività potrebbe favorire il turismo, ma non è chiaro se questo si tradurrà in benefici concreti e stabili per il territorio.
Il nodo dell’addizionale comunale
Francioni ha acceso i riflettori anche su un altro tema centrale per il settore aereo: l’abolizione dell’addizionale comunale, una tassa che pesa per 7,5 euro a passeggero negli scali romani, considerata un ostacolo alla crescita della connettività e del turismo. “È un freno per la crescita” ha dichiarato, portando ad esempio regioni come Calabria e Friuli Venezia Giulia, che hanno eliminato questa tassa registrando nuove rotte, investimenti e opportunità lavorative. Ma l’abolizione di questa tassa solleva interrogativi: chi sosterrà i mancati introiti? E quali saranno i costi indiretti per il territorio?
Un’opportunità, ma per chi?
Nel caso di Ciampino, il problema non è solo economico ma anche sociale e ambientale. Un incremento delle rotte rischia di intensificare le emissioni inquinanti e il rumore, aggravando una situazione già critica per gli abitanti delle zone limitrofe, da anni esposti a livelli di inquinamento sonoro ovviamente superiori a quelli dei territori limitrofi. La promessa di maggiore connettività non può prescindere da una riflessione su come mitigare l’impatto ambientale e migliorare la qualità della vita dei residenti.
La rimozione dell’addizionale comunale potrebbe favorire lo sviluppo turistico, ma le ricadute positive dovranno essere bilanciate con politiche che tutelino il territorio e i suoi abitanti, evitando che i costi di un’espansione non sostenibile ricadano esclusivamente sulle comunità locali. Una crescita che ignori queste dinamiche rischia di diventare una soluzione a breve termine, poco attenta al benessere del territorio.
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