Nota stampa di docenti e genitori della scuola “Alessandro Manzoni”, di Genzano di Roma
I genitori e i docenti della scuola A. Manzoni hanno presentato, l’ultimo giorno utile, il ricorso alla Presidenza della Repubblica, per chiedere un parere in merito alla realizzazione della nuova mensa al posto della parte alberata del giardino della scuola. La procedura si sarebbe definita in via stragiudiziale, se il Comune non avesse comunicato l’intendimento di spostarla sul piano giudiziale, riservandosi di agire nei confronti dei ricorrenti per il recupero delle relative somme, in caso di perdita del finanziamento del PNRR.
La lettura della comunicazione ha lasciato tutti esterrefatti, perché docenti e genitori hanno sempre tentato un dialogo con il Comune, mentre la risposta è stata l’invito all’illustrazione del progetto da parte del Sindaco, a giochi oramai ultimati. Semplicemente un parere: questo hanno chiesto i genitori e i docenti, con la volontà (la medesima del Comune) di definire in breve tempo la questione.
Il Comune invece ha preferito disattendere questo tentativo di cittadinanza attiva, portando la questione al TAR, riservandosi (in maniera quantomeno bizzarra) di chiedere loro i danni. Danni e soldi che verrebbero chiesti a cittadini: genitori e docenti, che proprio oggi, primo maggio, va ricordato, sono per la maggior parte lavoratori e che si sono mossi unicamente per tutelare gli interessi dei loro bambini, chiedendo un parere sul rispetto delle distanze previste dalle normative per l’edilizia scolastica: quella per garantire la luce naturale delle classi e soprattutto quella antisismica.
I genitori hanno poi chiesto al Comune nelle varie missive e nell’incontro di qualche settimana fa, se avevano idea di come non sacrificare le tre classi di fronte alle quali dovrebbe sorgere la nuova mensa e di come garantire insieme la frequenza della scuola e l’esecuzione, proponendo anche alternative (come lo spostamento della nuova struttura nel luogo precedentemente individuato, con minor impatto paesaggistico e senza sacrificio degli spazi interni).
Nessuna risposta, se non questa trasposizione in ambito giudiziale, arrivata tra l’altro prima del Consiglio Comunale, nel quale si dovrebbe discutere della questione. A prescinder da come si concluderà la vicenda a livello legale crediamo che tra i cittadini e i loro rappresentanti dovrebbe instaurarsi un clima di dialogo e collaborazione e invitare 244 cittadini a proseguire la disputa in sede giurisdizionale (TAR) sia poco accorto a livello politico ed etico, perdipiù con la minaccia di un risarcimento economico a persone che vivono di lavoro e con esso sostengono la propria famiglia.
Ognuno a questo punto è libero di agire come meglio crede (i lavori potevano essere già iniziati), prendendosene forse i meriti, sicuramente la responsabilità.