Sabato 12 ottobre, Albano Laziale è stata teatro di una vivace manifestazione contro la costruzione dell’inceneritore di Santa Palomba, fortemente voluto dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Organizzata dall’Unione dei Comitati contro l’Inceneritore e dai Movimenti per la Salute, la Casa e l’Ambiente, la protesta ha preso il via da piazza Giuseppe Mazzini alle 15:30 e ha visto sfilare cittadini, attivisti e associazioni locali, tutti uniti nella richiesta di revocare i poteri straordinari commissariali concessi al sindaco per il Giubileo del 2025.

Secondo i manifestanti, l’impianto, originariamente previsto per far fronte alle esigenze del Giubileo, non ha più ragione di esistere visto il ritardo nella sua realizzazione. Il Coordinamento No Inc ha inoltre sollevato la necessità di sottoporre il progetto a una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), temendo che l’amministrazione possa cercare di evitarla sfruttando i poteri commissariali.

Salute e ambiente al centro delle preoccupazioni

Il tema centrale della protesta riguarda le possibili conseguenze negative dell’inceneritore sull’ambiente e sulla salute pubblica. I comitati temono che la combustione dei rifiuti indifferenziati possa inquinare l’aria e avere effetti a lungo termine su chi vive nelle aree circostanti. Questo si inserisce in un quadro più ampio di critiche alla gestione dei rifiuti a Roma, che da anni si affida a soluzioni temporanee senza un piano strutturale per la riduzione, il recupero e il riciclo dei materiali.

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Alla manifestazione hanno partecipato anche esponenti delle istituzioni locali, tra cui Gabriella Sergi, assessora all’ambiente di Albano Laziale, e l’europarlamentare ed ex sindaco di Roma Ignazio Marino, che hanno espresso il loro sostegno alla causa, sottolineando l’importanza di un dibattito trasparente e partecipativo.

Un movimento ampio e pacifico

Il corteo, caratterizzato da un’ampia partecipazione di comitati di quartiere, associazioni ambientaliste, gruppi studenteschi, cittadini e perfino intere famiglie con bimbi nei passeggini, ha messo in luce anche altre istanze sociali. Durante la manifestazione sono emersi temi legati all’emergenza abitativa, alla solidarietà con il popolo palestinese e alla critica alle nuove norme del disegno di legge sulla sicurezza, viste come un pericolo per la libertà di espressione e di manifestazione.

Questa mobilitazione, che unisce diverse anime e problematiche, mostra chiaramente che la battaglia contro l’inceneritore non è solo una questione ambientale. Le richieste di trasparenza, salute e giustizia continuano a farsi sentire, in un confronto che appare ancora lontano dalla conclusione.

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