Costruire il domani senza limitarci ad aspettare che arrivi

È stata una domenica particolare, almeno a considerare dai social, quella che ha attraversato la vita dei cittadini dei Castelli Romani. Non è stata la politica a farla da padrona, non è stato il mondo del calcio, non è stato lo sport ma è stata l’idea di Andrea Polimeni che, grazie al lavoro dell’intelligenza artificiale, ha consentito di assistere a una rincorsa sfrenata della pubblicazione delle immagini dei Comuni dei Castelli Romani in ambientazione Disney Pixar.

Un momento di divertimento e di ironia che ha aperto, però, uno squarcio all’interno di una discussione molto più ampia sul futuro che regolerà le nostre vite proprio grazie all’intelligenza artificiale. Un momento che è coinciso con la notizia, e le relative discussioni, sull’imminente chiusura di uno dei teatri civici delle nostre città: quello di Rocca di Papa.

Una coincidenza sicuramente senza alcun apparente nesso logico, ma che ci offre lo spunto per poter dire che la nostra vita quotidiana sta subendo dei cambiamenti importanti e che sta a noi, ora, adattarsi a questa mutevole società senza perdere di vista i valori che l’hanno da sempre regolata.

L’intelligenza artificiale, infatti, è uno strumento che da anni sta già cambiando il mondo: lo fa nelle modalità organizzative delle aziende, lo fa nel ridisegno della macchina pubblica in quei Paesi che sono all’avanguardia e lo sta facendo anche nel mondo della cultura, consentendoci di ottenere informazioni con una spaventosa rapidità che, in alcuni casi, sostituisce l’approfondimento e lo studio.

La notizia della chiusura del teatro civico di Rocca di Papa, invece, oltre ogni responsabilità politica, ci mostra anche come stiano cambiando le abitudini della società in cui viviamo. Una società sempre più “stanca” che, dopo la pandemia da covid, sembra sempre più alla ricerca di immediate soluzioni. L’apprendimento, un tempo considerato essenziale, sembra ora relegato a un ruolo marginale, utilizzato più come strumento di critica verso gli altri che come mezzo di auto-miglioramento. La ricerca della gratificazione immediata ha soppiantato lo sforzo e la dedizione, sottolineando l’importanza di comprendere come i cambiamenti globali influenzino e continueranno a influenzare le nostre vite.

In tale contesto, tornano alla mente la frase di Umberto Eco che sosteneva che “l’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti”.

Una frase, questa di Eco, che oggi risulta quanto mai attuale, perché l’intelligenza artificiale è uno strumento innovativo che crea immagini, costruisce discorsi, ricerca ogni tipo di notizia ma necessita di una regolamentazione e gestione che sta proprio ai decisori di governo, riuscire a trovare.

Perché l’intelligenza artificiale è ormai un dato di fatto con il quale dovremo necessariamente misurarci e che se da un lato porterà a perdere una serie di posti di lavoro, allo stesso tempo andrà a crearne di nuovi, andando a riadattare non solo gli stili di vita ma anche le competenze ricercate per definirsi, per l’appunto “colti”.

La chiusura del teatro civico di Rocca di Papa si insinua proprio in questo solco che sta cambiando anche il modo di “intendere” un certo modo di “fare cultura”.

L’intelligenza artificiale, infatti, non arriva improvvisamente da chissà dove, non la porta la cicogna e non nasce sotto il terreno come il gatto e la volpe volevano far credere a Pinocchio nella famosa favola di Collodi. Come tutto ciò che è umano, è un fatto proprio di cultura, il risultato dell’attività propria dell’uomo. Ma c’è bisogno di uno sforzo collettivo che aiuti a comprenderla, che non la faccia sostituire al lavoro che pone al centro dell’indagine sociale il ruolo dell’approfondimento per evitare che la “pigrizia umana” prenda il sopravvento, più di quanto lo abbia già fatto, nelle nostre vite. Perché è collegato anche a questo lo spopolamento dei luoghi di cultura, a questa “comodità” acquisita che ci pone, spesso, in contrasto con il reale per farci vivere appieno solo il digitale.

Da questo spazio, quindi, lanciamo una proposta.

Partiamo dalle immagini di Andrea dei nostri bellissimi paesi in ambienti Pixar e costruiamo un convegno – magari da svolgere proprio nel teatro civico di Rocca di Papa oggi in chiusura – sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel mondo, sul suo modo di incidere nelle nostre vite e sul suo modo di cambiare anche il nostro modo di vedere la cultura e di capire che la regolamentazione di questo strumento sarà un passo decisivo della nostra vita.

Insomma, costruiamo il domani senza limitarci ad aspettare che arrivi.