I princìpi europei come monito per le nostre scelte ambientali

Il “Do Not Significant Harm” (DNSH) è un principio cardine introdotto nel 2021, nell’ambito del Next Generation EU, programma europeo per la ripresa post-pandemica. Con un approccio più valutativo che prescrittivo, il DNSH esorta gli stati membri dell’Unione Europea a preservare l’ecosistema, evitando di infliggergli danni sostanziali attraverso i progetti finanziati dal PNRR e iniziative future.

Tale orientamento pone le basi per valutare l’impatto ambientale di infrastrutture come il termovalorizzatore proposto dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, per la zona di Santa Palomba, situata ai confini della città.

Il dilemma dei rifiuti a Roma

La gestione dei rifiuti nella Capitale rappresenta una sfida complessa, che richiede soluzioni mirate a migliorare sia la qualità della vita dei cittadini sia quella dell’ambiente circostante. In questo contesto, il termovalorizzatore di Santa Palomba emerge come la soluzione privilegiata dal sindaco Gualtieri, promettendo di affrontare efficacemente il problema dei rifiuti.

Cos’è un termovalorizzatore?

Differente da un semplice inceneritore, che si limita alla combustione dei rifiuti, il termovalorizzatore sfrutta il calore generato da tale processo per il riscaldamento domestico e la produzione di energia elettrica. Operando a temperature che oscillano tra gli 850 e i 1.200 gradi Celsius, garantisce l’eliminazione completa dei rifiuti, prevenendo la formazione di diossine.

I residui del processo, quali ceneri pesanti e fumi, vengono trattati per minimizzare l’impatto ambientale: i fumi, purificati attraverso filtri, rispettano rigorosi standard di emissione, mentre le ceneri trovano impiego nell’edilizia.

Perplessità e considerazioni critiche

Nonostante la capacità del termovalorizzatore di gestire un volume di rifiuti paragonabile a quello dell’impianto di Copenaghen, le preoccupazioni locali non mancano. I residenti e i sindaci dei comuni limitrofi dei Castelli Romani esprimono forti riserve, temendo le ripercussioni ambientali.

Dal canto suo, l’Europa, seguendo il principio DNSH, posiziona la termovalorizzazione quasi all’ultimo posto tra le pratiche sostenibili, privilegiando la riduzione alla fonte e il riciclo. Questa scelta evidenzia una tendenza contraria all’accumulo e alla combustione dei rifiuti, nonostante l’efficienza tecnologica degli impianti.

Il futuro del termovalorizzatore di Roma

L’Unione Europea, in linea con i propri principi di sostenibilità, non finanzierà il progetto del termovalorizzatore di Roma, considerandolo una soluzione di ripiego piuttosto che un modello di gestione dei rifiuti innovativo e rispettoso dell’ambiente.

Di conseguenza, l’ambizioso progetto non sembra destinato a trasformare Roma in un esempio di pulizia e decoro urbano, ma piuttosto a offrire una soluzione temporanea, senza incidere significativamente sulla quantità di rifiuti prodotti.