In un periodo in cui la cultura e la promozione del territorio assumono un ruolo sempre più centrale nello sviluppo delle comunità locali, il Sistema dei Castelli Romani rappresenta un esempio virtuoso di come biblioteche, cultura e turismo possano integrarsi per offrire servizi e opportunità a cittadini e visitatori. Abbiamo incontrato Giacomo Tortorici, direttore generale del Sistema, che ci ha raccontato le origini, l’evoluzione e le prospettive future di questa realtà, mettendo in luce il ruolo fondamentale della cultura nella promozione della legalità e nella crescita sociale ed economica del territorio.

Il Sistema Castelli Romani è una realtà affermata nel panorama culturale locale. Potrebbe raccontarci le origini e le caratteristiche di questo ente?

Il Sistema Castelli Romani nasce nel 1997 come sistema bibliotecario. Da allora, è cresciuto fino a diventare un ente che si occupa anche di cultura e turismo. Questo consorzio è composto dai 17 comuni dei Castelli Romani e funziona come un piccolo comune. Abbiamo un’Assemblea dei Sindaci, che funge da consiglio comunale, e un Consiglio di Amministrazione, oltre a un presidente, tutti eletti ogni cinque anni. Il mio ruolo, come direttore generale, è simile a quello di un segretario comunale, ma con un forte focus sulla cultura e la promozione territoriale.

Quali sono le principali attività e i servizi offerti dal Sistema dei Castelli Romani?

Il nostro core business è lo scambio di libri e pratiche culturali. Disponiamo di un vasto patrimonio librario, con circa 3 milioni di volumi fisici grazie a collaborazioni con Roma, i Monti Prenestini e altre realtà. Offriamo anche una biblioteca digitale con riviste e giornali in diverse lingue (MLOL). Inoltre, collaboriamo intensamente con le scuole del territorio, organizzando attività di promozione della lettura per tutte le età. A Genzano, ad esempio, subito dopo il COVID, abbiamo ospitato tutte le classi nella nostra biblioteca. Questo dimostra quanto crediamo nel valore della cultura sin da piccoli.

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Il Sistema dei Castelli Romani non si occupa solo di biblioteche. Come promuovete il turismo nel territorio?

Abbiamo fondato una Destination Management Organization (DMO) per promuovere il turismo locale. Questa associazione pubblico-privata coinvolge albergatori, ristoratori e altre categorie interessate. Organizziamo manifestazioni e incontri pubblici, come il festival ‘Transiti’, che nella sua prima edizione era dedicato alla filosofia e ora si concentrerà sulle connessioni e il futuro. Quest’anno, l’8, 9 e 10 novembre, parleremo del futuro dell’alimentazione e dell’ecologia, coinvolgendo esperti di vari settori. Siamo convinti che uno dei compiti delle biblioteche sia fornire una prospettiva sul futuro, e con iniziative come questa cerchiamo di guardare avanti.

Parliamo di legalità e cultura. Come vede il rapporto tra questi due pilastri della nostra società?

La cultura è un baluardo di legalità. Lo dissi alla presentazione del libro di Saviano sulla vita di Falcone: là dove esistono presidi culturali, il malaffare non trova terreno fertile. La cultura crea anticorpi contro la criminalità. Qualcuno ha detto che con la cultura non si mangia, ma sono convinto che dove c’è cultura, il malaffare ha meno spazio per prosperare. Ecco perché il nostro impegno è anche un impegno per la legalità.

Cosa riserva il futuro per il Sistema dei Castelli Romani?

Continueremo a lavorare per promuovere la cultura e il turismo, coinvolgendo sempre più il territorio e le scuole. Vogliamo essere un punto di riferimento per la legalità e la crescita culturale, offrendo sempre nuove prospettive e opportunità ai nostri cittadini. Il futuro è nelle nostre mani, e con la cultura possiamo davvero fare la differenza.