Tra mozioni e accordi non rispettati, la necessità di un approccio unitario per il benessere dei cittadini dei Castelli Romani
La nascita del Nuovo Ospedale dei Castelli Romani (il NOC), inaugurato nel dicembre 2018 con la L.R. n. 4/2003 – R.R. n. 2/2007, venne accolta con forte entusiasmo e con molte aspettative. Sembrava poter cambiare la storia della sanità dei Castelli Romani, all’interno di un riordino complessivo della sanità regionale.
A distanza di cinque anni, il suo effettivo funzionamento è stato portato alla luce da recenti mozioni presentate nei consigli comunali di Ariccia e Genzano di Roma, che hanno riacceso i riflettori sulla situazione dell’Ospedale dei Castelli, evidenziando una problematica più ampia: la necessità di un approccio unitario nella gestione della sanità nei Castelli Romani che vada oltre le singole esigenze municipalistiche.
L’Ospedale dei Castelli, infatti, non ha ancora raggiunto gli obiettivi previsti dall’accordo firmato dall’ex presidente della Regione Nicola Zingaretti. Con solo 212 posti letto sui 360 promessi e servizi essenziali mancanti, la struttura non risponde ancora adeguatamente alle esigenze sanitarie di oltre mezzo milione di cittadini.
In particolare, la mancanza di un Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione (DEA) di Primo Livello e di un eliporto funzionante, insieme alle carenze in ambiti critici come la neurologia e l’emodinamica, evidenziano le lacune nell’offerta sanitaria. Ed è anche per questo che si sono organizzate realtà locali come il Comitato NOC e Diritto alla Salute.
Oltre le pulsioni municipaliste
Il recente riordino della rete ospedaliera 2024-2026, che ha coinvolto anche l’Ospedale di Velletri, approvato dalla Giunta Regionale lo scorso dicembre, mostra una tendenza preoccupante verso una gestione della sanità che risponde più a logiche localistiche che a una visione complessiva e d’insieme. Questo approccio frammentario non fa altro che aggravare le disuguaglianze nell’accesso alle cure e nella qualità dei servizi sanitari. Era proprio il Piano Sanitario 2021-2023 infatti, a evidenziare tre punti critici per la Asl RM6: i tre DEA di Primo Livello (NOC, Anzio, Velletri) esistenti solo sulla carta, il numero di posti letto al NOC ancora insufficiente, e l’assenza di un’adeguata rete per l’ictus.
Anche per questo, è importante che la politica torni a discutere su come e perché sia di primaria necessità discutere della funzionalità del NOC. Questo passo è fondamentale per coinvolgere attivamente la comunità in una discussione costruttiva e orientata alla soluzione dei problemi concreti che affliggono l’Ospedale dei Castelli e la sanità della regione.
Una visione d’insieme per la sanità
In questo 2024 ci troveremo ad affrontare tante situazioni che potranno fare dell’anno in corso un vero e proprio spartiacque. Anche per questo, una visione d’insieme che consideri le esigenze reali sul tema della sanità appare quanto mai necessario. Questo significa rispettare gli accordi presi, garantire una distribuzione equa delle risorse e dei servizi, e lavorare insieme per superare le problematiche sanitarie della Regione Lazio.
L’Ospedale dei Castelli deve diventare un simbolo di unione e di efficacia nella gestione della sanità, non un esempio di promesse non mantenute. È il momento di lasciare da parte le pulsioni municipaliste e lavorare insieme per il benessere di tutti i cittadini dei Castelli Romani.