Politiche pubbliche e benessere familiare: l’impatto sulle comunità locali dei Castelli Romani

Entro la fine del 2023 si chiuderà l’era del Reddito di Cittadinanza. Il Governo ha infatti deciso di sostituirlo, a partire dal 1° gennaio 2024, con l’Assegno di Inclusione. Questo cambiamento segna una svolta nelle politiche sociali italiane, con implicazioni profonde per le famiglie e le comunità locali.

Le politiche sociali e del lavoro rappresentano un elemento di costante dibattito politico e pubblico e spesso hanno generato conflitti, battaglie, conquiste ma anche annunci sensazionalistici e folklore internazionale.

“La condizione dell’uomo… è una condizione di guerra di tutti contro tutti”, diceva Thomas Hobbes nel suo Leviatano. Ecco, proprio da questa frase nasce la riflessione che dovrebbe muovere l’odierno contesto sociale, spingendoci a considerare l’importanza delle politiche sociali non solo come strumento che allevia la povertà, ma anche come elemento di promozione della coesione e della solidarietà, fondamentali per una società equa e pacifica.

La povertà e il reddito di cittadinanza: il ruolo dei Comuni

Prendiamo ad esempio il caso di una madre single di due bambini. La sua esperienza con il Reddito di Cittadinanza è stata una miscela di sollievo temporaneo e frustrazione a lungo termine. Sebbene il sussidio le abbia fornito un aiuto immediato, le misure per il reinserimento nel mondo del lavoro non hanno offerto una soluzione concreta per migliorare la sua situazione lavorativa e di vita a lungo termine.

Secondo i dati ISTAT del 2022, la povertà assoluta in Italia ha raggiunto livelli preoccupanti, con circa 2,2 milioni di famiglie (l’8,3% del totale) e più di 5,6 milioni di individui (il 9,7% della popolazione) in questa condizione. Questo aumento è in gran parte dovuto alla rapida inflazione, che ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie. In particolare, l’incidenza della povertà è più elevata tra le famiglie con almeno uno straniero (28,9%) rispetto a quelle composte esclusivamente da italiani (6,4%).

I Comuni hanno finora tratto vantaggio dai sussidi statali come il Reddito di Cittadinanza, alleggerendo il carico di lavoro degli uffici sociali. Spesso, come nel caso del Reddito di Cittadinanza, ai Comuni è stata demandata l’attivazione e la gestione di specifiche azioni, come i Progetti Utili alla Collettività, che tenevano impegnati per un certo periodo di tempo i percettori del Reddito di Cittadinanza. Con la fine di questa misura, emerge un nuovo scenario che richiede un ripensamento delle strategie e delle politiche sociali a livello locale.

L’Assegno di Inclusione, sebbene più mirato, solleva interrogativi su come verranno affrontate le esigenze delle famiglie che non rientrano nelle categorie specifiche previste da questo nuovo programma. I Comuni dovranno quindi rivedere il loro approccio, passando dal ruolo di “gestori” di sussidi a promotori attivi dell’occupabilità e del sostegno alle famiglie nella transizione verso una maggiore autosufficienza.

Il sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa

In questo contesto, l’integrazione con il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL) diventa fondamentale, rappresentando un ponte tra i diversi livelli di governo – in primis Comuni e Regioni – e le Agenzie per il Lavoro (APL). Questo sistema mira a creare un database unificato che faciliti l’identificazione e il collocamento lavorativo dei beneficiari dell’assegno di inclusione e di tutte le persone in cerca di lavoro. In questo modo, il SIISL funge da catalizzatore per un approccio più coordinato e mirato all’inclusione sociale e lavorativa.

Con l’assegno di inclusione, le APL assumono una posizione centrale nelle politiche attive del lavoro. L’obiettivo dell’assegno di inclusione è, infatti, di stabilire un legame diretto tra il sostegno economico ai soggetti in difficoltà e il loro inserimento nel mondo del lavoro. Le APL diventano quindi i nodi principali in questo processo, agendo come intermediari tra i beneficiari dell’assegno e le opportunità lavorative disponibili.

Coloro che riceveranno l’assegno di inclusione avranno accesso a una piattaforma dedicata, al cui interno vi saranno diverse offerte lavorative. Le APL opereranno all’interno di questo sistema, non solo per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma anche per fornire supporto e formazione ai beneficiari, aiutandoli a migliorare le loro competenze e ad aumentare le loro possibilità di trovare un impiego stabile e soddisfacente (tolta la figura dei navigator del reddito di cittadinanza già dal novembre 2022).

In questo contesto, le APL e il SIISL rappresentano gli strumenti attraverso i quali si concretizza un nuovo paradigma di welfare: un sistema che non si limita a fornire un sostegno economico temporaneo, ma che si impegna attivamente nell’empowerment dei cittadini, promuovendo l’autosufficienza e l’integrazione lavorativa.

Il ruolo dei Comuni

“Una società giusta è una società che se la conoscessi dall’interno, sceglieresti di entrare in essa nella tua posizione attuale”, diceva John Rawls nel suo libro Una teoria della giustizia. La prospettiva che attende le politiche sociali è proprio quella di trasformare un semplice strumento di sostegno economico in un vero e proprio trampolino verso l’autosufficienza e l’integrazione lavorativa.

Il ruolo dei Comuni, in particolare, si evolve: da erogatori di sussidi a facilitatori di opportunità. I prossimi Bilanci di Previsione per il 2024 saranno un indicatore cruciale di come le amministrazioni locali intendono affrontare questo tema. Sarà essenziale osservare come i fondi verranno allocati e quali progetti verranno prioritizzati per promuovere l’occupazione e il benessere sociale.

È un momento di svolta che richiede visione, coraggio e innovazione da parte di tutti gli attori coinvolti. Come in un mosaico, ogni pezzo ha il suo ruolo e la sua importanza: dai singoli cittadini ai Comuni, dalle APL al governo centrale. Solo lavorando insieme, con un obiettivo comune di inclusione e sviluppo, possiamo costruire quella società giusta ed equa che Rawls immaginava.

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