“Non confondere l’amore col delirio del possesso, che causa le sofferenze più atroci”

L’odierno ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin e la trasmissione della serie “Circeo” su Rai 1, che rievoca il tragico massacro del 1975 in cui perse la vita Rosaria Lopez e in cui Donatella Colasanti si salvò miracolosamente, si intrecciano in una congiunzione simbolica che mette in luce, ancora di più, la persistente realtà della violenza di genere in Italia.

Un’eco dal passato

Il massacro del Circeo, uno dei crimini più efferati della storia italiana recente, rappresentò un momento di svolta nella consapevolezza sociale sulla violenza contro le donne. Il ruolo dell’avvocato Tina Lagostena Bassi segnò uno squarcio nella storia contro la violenza sulle donne.

Fu, infatti, il primo avvocato al mondo a utilizzare la parola stupro durante un processo e si fece portavoce dei diritti e delle rivendicazioni di tutte le donne.

Quando il legale pronunciò la parola “stupro” in aula, in difesa di Donatella Colasanti, si trattò di una rivoluzione, culturale prima che legale.

Fu un procedimento terribile, come la stessa Bassi ammise, che è rimasto nella storia come una delle più tremende vicende che ha colpito l’universo femminile.

Tuttavia, la storia di Giulia mostra come la violenza di genere rimane un problema drammaticamente attuale. La serie televisiva “Circeo” non solo, infatti, offre una riflessione sul passato, ma funge anche da specchio per le attuali lacune nella protezione e nel rispetto dei diritti delle donne. E il caso di Giulia, 22enne rimasta tragicamente uccisa per mano di chi diceva di amarla, dimostra come la strada da percorrere è ancora molto, troppo lunga.

Freetime Frascati

Una lotta non conclusa

La morte di Giulia e il ricordo del Circeo evidenziano una dura realtà: la lotta contro il femminicidio e la violenza di genere è, tragicamente, ancora in corso. Queste tragedie sottolineano la necessità di un cambiamento profondo nelle norme sociali e culturali, nella legislazione e nell’educazione. Riconoscere il valore di ogni vita e combattere contro stereotipi e pregiudizi di genere è quanto mai fondamentale.

L’educazione gioca un ruolo cruciale nel plasmare atteggiamenti e comportamenti, a partire dalle nuove generazioni. Conoscere la storia per costruire un domani diverso è una necessità che viaggia oltre i confini dell’oggi. Insegnare il rispetto per le donne fin dalla tenera età e promuovere modelli di comportamento basati sull’uguaglianza e il consenso può aiutare a prevenire la violenza futura ma il rispetto delle donne non deve essere solo un insegnamento, ma un valore vissuto quotidianamente.

La responsabilità di tutti

La nostra reazione collettiva a questi crimini definisce il tipo di società che stiamo costruendo.

Ricordare Giulia Cecchettin, le vittime del Circeo e tutte le vittime di femminicidio significa riconoscere che la lotta contro questa piaga è continua. In loro memoria, dobbiamo impegnarci per una società in cui la violenza di genere diventi un capitolo chiuso della storia, garantendo che la libertà e la sicurezza siano diritti reali per tutte le donne. Facendo in modo che le vite di queste donne, spesso giovanissime, non siano ricordate solo come un nome su una lapide, ma come un memoriale da custodire per evitare che simili tragedie continuino a ripetersi.

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