Questa mattina, la città di Ciampino si è svegliata con l’ennesima prova dello stato di abbandono in cui versa l’edificio dell’IGDO. Alcuni mattoni sono caduti dal muro di cinta del complesso, finendo sul marciapiede adiacente di via Principessa Pignatelli. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito e la polizia locale è prontamente intervenuta per transennare l’area e garantire la sicurezza dei passanti. Questo incidente, tuttavia, riaccende i riflettori su una struttura storica che, da anni, giace nell’incuria, senza alcun progetto concreto di riqualificazione.

L’IGDO, l’Istituto del Gesù Divino Operaio, fondato nel 1922 su iniziativa del vescovo Gennaro Granito Pignatelli di Belmonte, aveva una missione chiara: essere un luogo di preghiera e assistenza per le Ancelle del Sacro Cuore di Gesù. Inserito nel contesto del progetto urbano di “città-giardino” di Ciampino, ha rappresentato per anni un pilastro per la comunità. Tuttavia, durante la Seconda Guerra Mondiale, l’edificio fu occupato dalle forze tedesche e pesantemente danneggiato dai bombardamenti alleati. Da quel momento, non fu mai restaurato.

Negli anni ’60, la Chiesa cedette l’immobile con l’impegno di destinarlo a scopi religiosi e sociali, ma tale promessa non venne mantenuta. Nei decenni successivi, vari tentativi di recupero dell’edificio sono naufragati tra passaggi di proprietà, opposizioni civiche, dibattiti su presunti vincoli storici, progetti che ne prevedevano l’abbattimento e progetti di riqualificazione che però non hanno mai portato a una vera soluzione. L’acquisto del complesso nel 2016 da parte di Incentro S.r.l. sembrava rappresentare un nuovo inizio, ma nessun progetto è mai stato concretizzato.

Con l’edificio in condizioni sempre più precarie, il destino dell’IGDO rimane un punto interrogativo. Nel 2021, la questione è tornata al centro del dibattito politico locale, contribuendo persino alla caduta dell’amministrazione guidata da Daniela Ballico. Anche nel 2022, l’IGDO è stato argomento di discussione nelle campagne elettorali, ma a distanza di anni non si vede ancora una via d’uscita.

Il crollo di oggi non è solo un segnale di pericolo per la sicurezza, ma anche il simbolo di una situazione di stallo che, da troppo tempo, pesa sulla città. Cosa ne sarà dell’IGDO? Al momento, sembra che nessuno abbia una risposta chiara.