Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato del Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani.


Il Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani da circa un anno ha intrapreso una lotta territoriale aprendo o riprendendo diverse vertenze a difesa del patrimonio che dovrebbe essere tutelato dall’Ente Parco dei Castelli Romani, dai comuni e dagli altri soggetti preposti.

Le numerose iniziative costruite in questo breve arco di tempo hanno fatto emergere nocività ed emergenze sulle quali numerosi sono gli interventi di altri comitati, associazioni e singoli: dalla cementificazione a fini di rendita, alla paventata costruzione dell’inceneritore di Santa Palomba, dall’abbassamento e inquinamento delle falde idriche e del livello dei due laghi, passando per scellerati progetti coi fondi PNRR, l’allargamento della “Fassa Bortolo” di Artena, la bretella “Cisterna-Valmontone” fino alle mai risolte questioni dell’inquinamento elettromagnetico a Monte Cavo e al devastante impatto dell’aumento dei voli passeggeri low-cost all’aeroporto di Ciampino.

Probabilmente, e ce ne scusiamo, ci sfugge qualcosa ma crediamo che il cerchio si chiuda con situazioni di carattere generale di sfruttamento sui luoghi di lavoro di ogni tipo (nel turismo, in enogastronomia, così come anche nei settori pubblici) e nella mancanza/chiusura/riduzione di attività essenziali riguardanti la sanità pubblica, l’istruzione, i consultori, i servizi sociali e la mobilità.

Anche dai Castelli Romani, insomma, il panorama non è più da cartolina e, per quanto ci riguarda, basta volgersi verso le migliaia di ettari di bosco devastati e il prosciugarsi dei laghi Albano e Nemi.

Tramite le iniziative portate avanti con tutte le nostre forze e su un ampio territorio siamo venuti o tornati in contatto con tutte quelle realtà che si battono per opporsi a trasformazioni impattanti sulla qualità della vita di ormai 350.000 abitanti e sull’ambiente in cui ci troviamo immersi.

Ognuna ha individuato il proprio percorso, ognuna ha le proprie controparti e molte di esse sono chiamate in causa in più circostanze e già questo segnala ad esempio delle necessità di coordinamento.

Sotto la spinta di tutte queste situazioni, da quelle più “giovani” a quelle più “datate”, c’è stato chiesto di realizzare uno spazio di discussione per renderci tutti conto che occorre unire le forze nonostante e soprattutto il momento storico-politico, nel quale le nostre relative piccole lotte si inseriscono in una cornice di continuo attacco capitalista, poggiato sulle gambe di enti pubblici e partiti, che spinge sull’accelerazione di guerre, rendita, ed estrattivismo mentre dall’altro produce sfruttamento umano, ambientale e animale.

Ci sembra quindi necessario e accogliamo con “giubilo” (ogni riferimento non è casuale) intanto iniziare ad incontrarci, parlare, condividere le nostre esperienze, i nostri bisogni e, di conseguenza, provare a individuare un percorso quanto più stabile possibile articolandolo in modo condiviso.

Freetime Frascati

Le vertenze di lunga durata non ci devono spaventare, dovremmo essere capaci anche di coinvolgere tutti quei soggetti che ne condividono la necessità ma non si sono mai attivati, creando così quei rapporti di forza necessari a imporre un cambiamento radicale del sistema attuale.

Sembra una missione complicata, forse sono obiettivi giudicabili troppo alti rispetto a quello che facciamo, ma in realtà le controparti nazionali che spingono ad esempio per il ritorno al nucleare, la TAV Torino-Lione, il ponte sullo stretto di Messina, etc. temono talmente tanto che le popolazioni nuocciano ai loro affari che stanno dotandosi degli strumenti giuridico-repressivi che gli consentano di spaventare quante più persone possibili.

Quindi hanno ben chiaro che gli siamo di intralcio, dalla Valle D’Aosta a Lampedusa, a seconda dei casi specifici.

Ai Castelli Romani, territorio con una “tradizione” di lotte che a memoria parte almeno da fine ‘800, abbiamo già espresso in passato capacità di evitare alcuni grandi scempi e ridurne altri che sarebbero stati enormi.

Siamo certi che se uniremo le forze saremo ancora in grado di essere all’altezza delle devastanti “idee” delle controparti, anche perché non ci sembra ci siano alternative, meno che mai porsi con il “cappello in mano” a chi ha già preso decisioni senza fare i conti con chi vive, lavora, studia nella zona a sud della Capitale.

L’incontro è aperto a chi non ha nulla a che spartire con inutili e dannosi equilibrismi, magari per questioni gestionali e/o politiche, con le controparti istituzionali.

È questo l’unico necessario discrimine per avere una capacità di intervento reale che abbia le mani libere da ogni condizionamento.

Siamo lieti, e permettetecelo, perché no, orgogliosi di costruire questo primo importante appuntamento e non vediamo l’ora di iniziare.

Ci vediamo venerdì 10 gennaio, ore 19.00, a Genzano di Roma presso la “Sala di Giotto” in di via Don Morosini N.8

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