Ryanair nella giornata di ieri ha lanciato un appello diretto al Governo italiano, chiedendo di raddoppiare i voli giornalieri dall’aeroporto di Ciampino, portandoli dagli attuali 65 a 130, in vista dell’anno giubilare del 2025. La compagnia aerea, leader nel traffico aereo italiano, ritiene che tale aumento sia cruciale per sostenere l’afflusso di pellegrini e turisti verso Roma durante l’evento. Secondo Ryanair, il vincolo di 4 voli l’ora di Ciampino svantaggerebbe Roma rispetto ad altre capitali europee, come Londra, Bruxelles e Parigi, che hanno 2 o più aeroporti e senza limitazioni sui voli.
Le richieste di Ryanair
Michael O’Leary, CEO del gruppo Ryanair, ha sottolineato come l’espansione delle operazioni a Ciampino possa contribuire non solo a un incremento del turismo, ma anche alla creazione di nuovi posti di lavoro. L’aumento del traffico, secondo Ryanair, sarebbe gestito da aerei più moderni e silenziosi, come i Boeing B737-8200, per ridurre l’impatto ambientale e acustico. La proposta arriva con l’intento di garantire un Giubileo 2025 senza intoppi logistici, facendo leva su tariffe aeree ridotte per attrarre un maggior numero di visitatori.
Parallelamente, Ryanair ha chiesto al Governo di seguire l’esempio delle regioni Friuli-Venezia Giulia e Calabria, che hanno recentemente abolito l’addizionale municipale sugli aeroporti. Questa tassa, definita regressiva dalla compagnia, renderebbe meno competitivi i voli in Italia rispetto ad altre destinazioni europee come Spagna, Grecia e Portogallo. La sua eliminazione, secondo Ryanair, potrebbe portare a una rapida crescita del traffico aereo, incrementando non solo i flussi turistici ma anche gli investimenti nel Paese.
La compagnia irlandese si dice pronta a investire fino a 4 miliardi di dollari in Italia, promettendo l’aggiunta di 40 nuovi aeromobili, 250 nuove rotte e oltre 1.500 nuovi posti di lavoro.
Città e aeroporto: una convivenza difficile
Le mire espansionistiche di Ryanair si vanno dunque a scontrare nuovamente con le richieste dei cittadini di Ciampino, che chiedono invece un’ulteriore diminuzione del traffico aereo. Con il raddoppio dei voli rispetto a quelli attuali si andrebbero ad esacerbare le criticità che già oggi vengono lamentate, come il rumore e l’inquinamento dell’aria, tornando a livelli peggiori di quelli registrati prima del 2018, quando il limite fu imposto attraverso un decreto ministeriale.
Questo non è nemmeno il primo tentativo della compagina irlandese di rimuovere le limitazioni e l’addizionale. Già nello scorso novembre aveva avanzato le stesse identiche richieste per la liberalizzazione del traffico aereo. In quell’occasione minacciarono di abbandonare lo scalo; oggi ci riprovano facendo leva sul Giubileo e paventando il suo potenziale fallimento.
In un periodo in cui si parla tanto di mobilità sostenibile, in cui la viabilità e le soste vengono stravolte dall’inserimento di ciclabili e agli automobilisti viene chiesto semplicemente di adattarsi – in alcuni casi anche bruscamente, come fosse una guerra ideologica tra chi vuole salvare il mondo e chi invece si diverte a stare nel traffico al solo scopo di distruggerlo – sembra un controsenso trovarsi di fronte a queste diatribe. Senza poi considerare le ripetute violazioni del “coprifuoco” dei voli, che nei mesi estivi hanno spesso superato il limite orario notturno.
Nuovamente, ai cittadini viene servita la narrazione secondo la quale tutto questo sarebbe a beneficio di Roma e del Giubileo, come è stato anche per il tentato spostamento degli autodemolitori alla Barbuta. I problemi di un vicino ingombrante come Roma continuano dunque a ricadere sui piccoli comuni limitrofi, come se fossero una succursale a cui promettere fantomatici indotti e vantaggi, di cui in realtà sarebbero gli ultimi a goderne.
A questo punto, se effettivamente Roma ha bisogno di aumentare il proprio traffico aereo, sarebbe il caso di valutare altre alternative, magari recuperando quello dell’Urbe, nato proprio con lo scopo di essere l’aeroporto civile di Roma. Curiosamente, proprio questo scalo vide interrotto il proprio sviluppo a causa della crescita dell’urbanizzazione in quel quadrante della città. Quando si dice due pesi e due misure…