Al Comune di Ciampino si è tornato a parlare de La Barbuta e della possibilità che Roma Capitale utilizzi l’area per delocalizzare le attività di autodemolizione attualmente site in via Palmiro Togliatti. Nell’ultima seduta della Giunta comunale è stata infatti approvata una delibera che, in breve, definisce come “inidonea” l’area, individuata da tempo da Roma Capitale come possibile soluzione. Inoltre, l’amministrazione ha chiesto ai Ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, della Cultura e della Difesa di “esprimersi, ciascuno per propria competenza, sul complesso quadro vincolistico gravante sull’area, tenendo in debita considerazione gli aspetti paesaggistici, ambientali, archeologici, idrogeologici e aeroportuali”.
“Dopo il Consiglio comunale di luglio scorso e l’approvazione unanime di un ordine del giorno in cui tutte le forze politiche hanno espresso contrarietà a tale ipotesi – ha dichiarato il Sindaco, Emanuela Colella – continuiamo a ribadire un NO fermo, chiedendo ai Ministeri competenti un incontro urgente. Sono notevoli le perplessità sulla possibile scelta avanzata dal Comune di Roma che porterebbe alla rinuncia di un ciclo virtuoso, compatibile con una transizione ecologica dettata dall’Europa, e alla definitiva compromissione di un’area che andrebbe invece ulteriormente tutelata preservando e rispettando gli importanti vincoli esistenti.
Abbiamo accolto e recepito le indicazioni di Diritti in Comune e Italia Nostra, che ringraziamo per il supporto, riservandoci di integrare e approfondire i riferimenti tecnici a supporto della dimostrazione di non idoneità del sito prescelto. Continua dunque la nostra battaglia per la difesa del territorio”.
Dopo anni di proteste nei confronti del campo nomadi e dei frequenti incendi dovuti allo smaltimento illegale di rifiuti che influenzavano negativamente sia la salute pubblica sia la sicurezza dell’attività aeroportuale, si apre dunque un nuovo capitolo per la travagliata storia fra cittadini ciampinesi e La Barbuta, che ora si trovano ad affrontare un ulteriore problema complesso e che interessa un grandissimo bacino di cittadini e svariati enti pubblici.
Il tutto a pochi mesi di distanza dal disastroso incendio dell’impianto EcoLogica2000, che ha causato molteplici problemi alla cittadinanza e di cui ancora non sono ben note le reali ripercussioni ambientali e sulla salute.
Considerando anche che la necessità di delocalizzazione è nata proprio da un incendio divampato nel luglio 2022 in uno sfasciacarrozze, l’eventuale decisione di trasferirli esattamente nell’area limitrofa al territorio di Ciampino assumerebbe, almeno per i cittadini di Ciampino, un amaro sapore di beffa.
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