Recentemente, i cittadini di Ciampino hanno ricevuto l’avviso di pagamento del saldo TARI, con aumenti che hanno suscitato qualche interrogativo fra la cittadinanza. In un comunicato stampa, Diritti in Comune ha voluto fare chiarezza sulle ragioni di questi rincari, dividendo le responsabilità tra governo nazionale e Amministrazione Comunale e sollevando interrogativi sulla gestione delle società partecipate locali.


Il regalo di Natale per i ciampinesi è arrivato con l’avviso di pagamento del saldo TARI. Gli aumenti spropositati della tassa rifiuti hanno infatti stupito e indignato tutte e tutti.

Ma l’Amministrazione Comunale, nel rispondere alle legittime domande dei cittadini, è stata, come al solito, evasiva, pubblicando un comunicato criptico ed autoreferenziale.

Proviamo dunque insieme a capire il perché degli aumenti della tariffa TARI, evidenziando le rispettive responsabilità del governo e del Comune di Ciampino.

Come si calcola la TARI?

Il metodo di calcolo delle tariffe TARI è stabilito da ARERA, cioè l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, la quale ha stabilito un nuovo metodo di calcolo basato sui costi efficienti riconosciuti ai gestori. Con la delibera n. 386 del 2023, ARERA ha aggiornato il limite massimo di crescita delle tariffe, prevedendo di fatto aumenti dovuti all’incremento dei prezzi di produzione dei gestori (carburanti, energia, materie prime ecc) e al tasso di inflazione programmata.

Per farla breve, gli addetti ai lavori, di questo aumento della TARI, lo sapevano già da un bel pò! Così, mentre ARERA è estremamente sollecita a rivalutare i costi del servizio sulla base dell’inflazione, il governo Meloni è stato altrettanto sollecito a fregarsene degli aumenti che sarebbero ricaduti sui cittadini! Il Governo, che a parole vuole abbattere la pressione fiscale, nei fatti si è disinteressato completamente di un aumento medio per tutti i Comuni dell’imposta TARI, che è stato tutto scaricato sui cittadini.

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Il Comune di Ciampino che ruolo ha avuto in tutto questo?

I Comuni sono chiamati ad approvare il Piano Economico Finanziario e, successivamente, le tariffe TARI. La maggioranza del Consiglio Comunale ha approvato le tariffe con delibera n. 46 del 27/06/2024. Il costo del servizio rifiuti è stato calcolato in euro 8.979.014 e l’Amministrazione di Ciampino ha deciso di ripartirlo per il 60% a carico delle utenze domestiche e per il 40% a carico delle utenze non domestiche (es. gli esercizi commerciali), ovvero una diminuzione per il commercio che però ha imposto un aumento percentuale per le utenze domestiche rispetto al passato.

Si sarebbe potuto fare qualcosa per evitare che questi aumenti ricadessero sulle spalle dei cittadini?

In parte, sì!

L’aumento della tariffa, come abbiamo spiegato, è legato ad un calcolo obbligato da ARERA. Allo stesso tempo, però, è basato sul costo e indicatori qualità del servizio (sull’anno 2022) del nostro ente gestore, cioè AET spa. Se avessimo chiarezza sulla gestione della società comunale (partecipata con i soldi di tutte e tutti noi) – pensiamo solo al fatto che sono mesi che l’Assessore parla di un nuovo Piano Industriale che però è attualmente fantasma! – probabilmente saremmo in grado di capire se esistono margini di miglioramento sul costo del servizio.

Non solo, alcuni Comuni hanno provato a limitare gli aumenti intervenendo sulla parte variabile della tariffa in favore degli utenti in maniera generalizzata. Anche all’interno del nostro Regolamento Tari sono previste alcune agevolazioni, che però sono largamente insufficienti rispetto alla portata degli aumenti! Il problema però, non è certo di previsione normativa. Infatti risorse aggiuntive in grado di coprire gli aumenti della parte variabile della tariffa non ci sono, perché le risorse dell’ente sono state completamente prosciugate dalla gestione indecente della crisi aziendale dell’altra nostra società partecipata, l’ASP spa, su cui tutto tace in barba ad ogni principio di trasparenza e rispetto verso i nostri concittadini. Una crisi senza fine, costata enormi risorse e gestita in forma autocratica dal partito di maggioranza relativa PD e dall’assessore Catalini. Altro che città partecipata…!

Insomma, l’inflazione sale e i cittadini continuano a pagare mentre i salari sono fermi! Da una parte abbiamo un governo nazionale sordo a qualsiasi istanza sociale, dall’altra abbiamo un’Amministrazione Comunale senza idee e incapace anche solo di spiegare le scelte.

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