Un luogo segreto, o perlomeno poco conosciuto: il canyon di Monte Artemisio. Passando lungo il sentiero non lo si nota; per entrarvi, bisogna saperlo. È una forra, scavata nel corso dei millenni dal lento scorrere dell’acqua.
Sopra, tutto intorno, l’aria è vibrante: le foglie degli alberi frusciano, il cielo si staglia limpido, i suoni del bosco avvolgono l’udito… Ma una volta entrati nella forra di Monte Artemisio, la temperatura si abbassa; sulle pareti scivolano gocce d’acqua, tracce di umidità. Man mano che si scende, le felci diventano più rigogliose e il cielo appare come una sottile fessura blu in alto. È un canyon verde che serpeggia tra gli strati verticali di lava vulcanica, residuo di un’eruzione avvenuta centinaia di migliaia di anni fa.
Qua e là, qualche crollo ostacola il percorso, ma nulla di insormontabile. La sensazione di trovarsi in un luogo selvaggio si intensifica. Eppure, basta fermarsi, sedersi o magari sdraiarsi sul letto di foglie per ascoltare “il silenzio”. Presto sopraggiunge una sensazione di protezione, come se ci si trovasse in un luogo sospeso, silenzioso, circoscritto, difeso. Può capitare di percepire una profonda connessione con le rocce e le piante di Monte Artemisio.
Come arrivare
Il punto di partenza può essere la Fontana Marcaccio, raggiungibile in auto dalla strada che costeggia il cimitero di Velletri (via del Cigliolo e successivamente via Fontana Marcaccio). Arrivati alla fonte, si può proseguire ancora un po’ fino a una sbarra. Da lì, a piedi, si raggiunge il Rifugio della Forestale e, poco dopo, la Valletta del Lupo, toponimo che testimonia la presenza del lupo fino a tempi relativamente recenti.
Qualche metro dopo la Valletta, c’è un cartello sulla sinistra e si inizia a salire per un evidente sentiero. Seguendolo interamente, si arriva in vetta al Monte Artemisio.
Il canyon si trova a pochi minuti dall’inizio del sentiero in salita, sulla destra, un po’ nascosto. Si può scegliere di entrarvi subito o di salire prima in vetta al Monte Artemisio e poi scendere attraverso la forra al ritorno.
Proseguendo la salita, diventano sempre più evidenti i ruderi del castello (distrutto da Papa Pio II nel 1463) e della chiesa di San Silvestro (risalente al XII secolo).
Monte Artemisio: un tesoro del Vulcano Laziale
Siamo sul versante meridionale del cratere del Vulcano Laziale, caratterizzato da cime che sfiorano i mille metri: Monte Peschio (939 m), Maschio d’Ariano (891 m) e il Maschio dell’Artemisio (812 m).
Se la giornata è tersa (e se la vegetazione lo consente), da un balcone panoramico situato poco prima di arrivare sulla cima del Monte Artemisio, si possono ammirare il Circeo, i Monti Lepini e le isole Ponziane.
Dalla vetta di Monte Artemisio, si osserva la parte interna del cratere vulcanico, con i Pratoni del Vivaro, Monte Cavo, il Tuscolo e Rocca Priora.
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