Le opere di Javier Sarmiento e Giacomo Incannella saranno esposte a Palazzo Sforza Cesarini
Nota stampa del Comune di Genzano di Roma
La mente è un eccezionale e formidabile laboratorio di immagini: a cosa pensi prima di addormentarti? La mattina cosa ricordi delle ore in cui hai tenuto gli occhi chiusi? Immagini sfocate si confondono al mattino fino a svanire, usciamo da un regno alieno, incredibile pensare che esista solo dentro il nostro cervello. L’inconscio è una regione mentale inesplorata, da più di un secolo si sonda per cercare risposte.
Il limbo tra reale e irreale crea uno spazio escluso dalla realtà ma anche dalla irrealtà, un regno intermedio nella psiche umana che assorbe dall’ambiente e si alimenta di pulsioni e gesti ordinari umani.
Il controllo, il vero fugge per lasciare spazio ad un viaggio tra immagini distorte ed incredibili.
Nelle opere di Javier Sarmiento, il nudo, specialmente maschile, viene dipinto come se fossero istantanee di ricordi. I colori spesso irreali si accompagnano a delle tele frammentate che enfatizzano il limite reale-irreale dell’immagine stessa.
L’artista concentra la sua attenzione sul bello, inteso come piacere disinteressato e contemplativo, visto attraverso il filtro dello sguardo, del ricordo, è un concetto di bello che non si cura di concetti precisi o di prigioni cognitive.
Le opere di Javier mettono in scena l’unicità di ogni immagine, di ogni diapositiva mentale, ogni ricordo, che la mente e il subconscio elaborano e fanno rivivere arbitrariamente, aprendo uno scenario indeterminato, fluido.
Il sogno è immaginazione, è una sorta di archeologia del soggetto dove si creano delle immagini senza passare per un filtro razionale, ovvero il pensiero, per questo le immagini prodotte nei sogni sono una sintesi del mondo subcosciente quindi prodotte dalla nostra libera spontaneità. Così nelle opere di Giacomo Incannella si avverte questa (ir)realtà: figure semi umane con maschere che trasformano la fisionomia in altro, d’altronde, È TUTTO UN SOGNO!
Nelle opere di Giacomo Incannella i dettagli colpiscono l’attenzione e connotano le opere di un alone onirico, dove ciascuno può trovare qualcosa nel quale ricordarsi.
Un’altra immagine frequente nelle opere dell’artista sono gli animali.
Il ghepardo è un animale forte, determinato, feroce e nei sogni può avere molti significati: autodeterminazione, repressione di passione e desiderio nella vita reale.
Quotidianamente ci muoviamo affannosi tra questi due stadi dell’esistenza – interno ed esterno – cercando di celare le intime pulsioni. Sulla base di questo teatro dei sogni prende forma la mostra: “Stanotte ho toccato una tigre”, un’esperienza che traghetta il soggetto in uno spazio di mezzo che ciascuno abita e vive, un sub-ecumene dove l’illusione si mescola al dramma per la propria esistenza.
Informazioni utili
Dal 23 marzo al 5 maggio 2024
Orari
- Venerdì ore 17-22
- Sabato ore 15-22
- Domenica 10-13 / 15-19
Costo biglietto di ingresso: 5 euro
Per maggiori informazioni: tel. 06 93711215