L’8 novembre si preannuncia come una giornata critica per i trasporti pubblici, a Roma e su tutto il territorio nazionale. Le principali sigle sindacali del settore – Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna – hanno proclamato uno sciopero di 24 ore senza fasce di garanzia, una scelta che potrebbe lasciare migliaia di pendolari e cittadini senza alternative di mobilità per l’intera giornata. Niente fasce protette, niente corse minime: l’agitazione si prospetta dura, e già si prevede il caos, soprattutto nelle grandi città, dove il trasporto pubblico locale è essenziale per milioni di studenti, lavoratori e turisti.
Le ragioni dello sciopero: rinnovo del contratto e aumento dei fondi Tpl
Alla base della mobilitazione vi sono richieste pressanti e ormai datate: il rinnovo del contratto nazionale, fermo da anni, e l’aumento dei fondi per il trasporto pubblico locale (Tpl), giudicati ampiamente insufficienti per garantire un servizio stabile e di qualità. I sindacati denunciano una situazione ormai insostenibile per gli operatori del settore, che si trovano spesso a lavorare con contratti bloccati e mezzi in condizioni critiche. Le sigle promotrici dello sciopero puntano il dito contro la mancanza di investimenti stabili e a lungo termine.
Le critiche delle associazioni di categoria: fondi inadeguati per un settore in crisi
Anche le associazioni di categoria – Agens, Anav, Asstra – appoggiano lo sciopero, ribadendo che il fondo di 120 milioni di euro previsto per il solo 2025 è “ampiamente insufficiente” rispetto alle esigenze di un settore in affanno. Il loro auspicio è che in fase di approvazione parlamentare la dotazione per il Tpl venga aumentata e resa stabile per evitare ulteriori crisi.
Mentre la data dell’8 novembre si avvicina, resta la preoccupazione per un blocco che rischia di creare pesanti disagi in città già stressate da problemi cronici nel trasporto pubblico.
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