Nota stampa del Coordinamento Natura & Territorio
In un momento in cui la salvaguardia dei Laghi dei Castelli Romani dovrebbe essere una priorità assoluta, si sono abbassati di circa 70 cm rispetto all’anno passato, la decisione di abbattere centinaia di alberi e mettere a rischio la stabilità geologica dell’area per la realizzazione di una nuova condotta idrica che porterà acqua potabile da un pozzo nella zona del Lago Albano ad Ariccia è semplicemente assurda.
Quest’opera colpisce ben due siti di importanza comunitaria uno direttamente, il Lago Albano e una indirettamente, il Miralago un sito dove vivono specie botaniche endemiche uniche al mondo.
I comuni di Albano Laziale, Ariccia e Castel Gandolfo stanno distruggendo le ultime possibilità di salvezza del Lago Albano, compromettendo un bosco protetto e già pesantemente minacciato da grandi costruzioni in cemento.
L’assurdità della situazione
La condotta idrica, gestita da Acea e denominata ‘Sforza Cesarini’, prevede di attraversare tre comuni: Castel Gandolfo, Albano Laziale e Ariccia. Partendo dalle sponde del Lago Albano nei pressi di Monte Gentile, risalirà il costone sud del lago, da una quota di circa 300 metri sul livello del mare fino a 500/550 metri. Questo progetto non solo prevede l’abbattimento di alberi in un’area vincolata del Parco dei Castelli Romani, ma attraversa anche una zona a forte rischio idrogeologico, già degradata da costruzioni abusive o sanate, che hanno causato numerose frane in passato.
Le conseguenze devastanti
L’abbattimento di 78 alberi – dai nostri calcoli sono molti di più in circa un ettaro di terreno roccioso e pieno di alberi autoctoni – è una perdita inaccettabile per il nostro ecosistema. Gli alberi sono essenziali per la stabilità del terreno, la qualità dell’aria e la conservazione della biodiversità. Tagliarli in una zona già compromessa dal punto di vista idrogeologico significa esacerbare il rischio di frane e degrado ambientale. Inoltre, altri 54 alberi sono a rischio, soggetti a un “taglio conservativo” non meglio specificato, che potrebbe significare la loro fine.
La necessità di fermarsi
È il momento di dire basta. Basta costruire, basta tagliare alberi, basta sprecare acqua. La continua espansione urbanistica e lo sfruttamento delle risorse idriche stanno mettendo in pericolo i nostri ecosistemi più preziosi. I comuni coinvolti devono rivedere le loro priorità e trovare soluzioni sostenibili che non comportino la distruzione del nostro patrimonio
Il pozzo ‘Sforza Cesarini’ e la nuova condotta idrica rappresentano un progetto che, pur con l’obiettivo di migliorare l’approvvigionamento idrico, non può giustificare un tale impatto ambientale. Chiediamo ai comuni di Albano, Ariccia e Castel Gandolfo, nonché alle autorità competenti, di fermare e riconsiderare le conseguenze delle loro azioni. Le decisioni prese oggi avranno un impatto duraturo sul nostro ambiente e sulle generazioni future
Salvaguardare il nostro futuro
È imperativo che le amministrazioni locali adottino una visione a lungo termine, che privilegi la conservazione del territorio e delle sue risorse naturali. Il Lago Albano ei suoi boschi sono un patrimonio inestimabile, che deve essere protetto a tutti i costi. Promuovere un uso sostenibile delle risorse idriche e preservare gli alberi è fondamentale per mantenere l’equilibrio ecologico e garantire un futuro sostenibile
Come Coordinamento Natura & Territorio dei Castelli Romani facciamo appello a tutti i cittadini, associazioni e ambientalisti affinché si uniscano in questa battaglia per salvare gli alberi del Lago Albano. Dobbiamo alzare la voce contro la distruzione insensata del nostro ambiente e lavorare insieme per trovare soluzioni che rispettino e preservino la natura. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di proteggere il nostro prezioso patrimonio naturale per le generazioni a venire.