Il 25 aprile di ogni anno, l’Italia si ferma per commemorare la Liberazione dal regime fascista e dall’occupazione nazista, celebrando il 79° anniversario in questo 2024. Questa data non è solamente un ricordo di un passato lontano, ma una lezione che continua a informare il presente e a guidare il futuro; basato sulla Costituzione antifascista.
Il 25 aprile 1945 segnò un punto di svolta decisivo per l’Italia, liberata dalle catene di un regime che aveva soffocato la libertà e alimentato divisioni e sofferenze. La Resistenza, animata da un’eterogeneità di forze politiche e sociali, è stata la dimostrazione palpabile di come l’unità nella diversità possa affermarsi sulle più oscure oppressioni.
Oggi, a distanza di decenni, la ricorrenza del 25 aprile deve andare oltre la commemorazione. Questa data ci interpella, sollecitando una riflessione attiva sulle condizioni attuali della nostra democrazia. Viviamo in un’epoca di nuove sfide globali, dove le libertà sono spesso messe a rischio da nuove forme di autoritarismo, disinformazione e polarizzazione sociale. Il ricordo del coraggio e del sacrificio dei partigiani deve servirci da esempio: la libertà e la giustizia sono beni preziosi, mai definitivamente acquisiti, che richiedono un impegno costante.
Dunque, non solo memoria, per quanto fondamentale, ma anche impegno attivo verso princìpi di uguaglianza, solidarietà e rispetto dei diritti umani. È cruciale che ogni generazione riscopra il significato di questa data, rendendola attuale e significativa nel proprio tempo.
Il 25 aprile è un invito a non essere mai indifferenti. Chi preferisce non dichiararsi antifascista, di fatto pone un muro di indifferenza alle violenze, sopraffazioni, fame e guerra causati proprio dal fascismo. Per questo è necessario difendere e rinnovare ogni giorno i valori di libertà e di democrazia.