“Quest’inverno il livello del lago non è risalito. Non sono bastate le piogge invernali per invertire la tendenza, in atto ormai da diversi decenni, di un abbassamento delle acque, che sembra ineluttabile”.

Maurizio Bocci, giornalista e scrittore, appassionato conoscitore del lago Albano, tratteggia con nettezza cause e possibili rimedi. Il sacco edilizio degli anni ’70; il vertiginoso aumento del numero degli abitanti dei Castelli, che ha significato un impressionante aumento di nuove costruzioni; un numero fuori controllo di pozzi per il prelievo di acqua dalla falda; la perdita di biodiversità del territorio del lago.

I segnali che si intravedono non lasciano presagire miglioramenti e Boccia si domanda se siamo arrivati al punto di non ritorno.

“Ci vorrebbe una dichiarazione di stato di emergenza ambientale” e intervenire con decisione sulle cause: si preleva una quantità d’acqua maggiore delle capacità di ricarica delle falde.

Per cambiare le cose bisognerebbe frenare l’impermeabilizzazione dei suoli, ridurre a zero le nuove costruzioni, salvaguardare i boschi e tutelare la biodiversità del territorio.

Saremo capaci di farlo? Le nostre istituzioni sapranno dare un segnale in questa direzione?