Il Decreto-Legge 15 febbraio 2008, n. 24, ha introdotto delle precise finestre elettorali per le elezioni amministrative, cercando di porre fine alla pratica degli scioglimenti anticipati dei consigli comunali. Tuttavia, l’emergenza sanitaria del 2020 e 2021 ha sovvertito ogni aspetto della vita quotidiana, inclusa l’organizzazione delle elezioni locali.
Molti enti locali, che avrebbero dovuto rinnovare i loro organi nel giugno del 2020 e 2021, hanno spostato le votazioni a ottobre, adeguandosi alle circostanze eccezionali imposte dalla pandemia. Seguendo la normativa del 2008, ciò ha determinato lo slittamento delle successive elezioni amministrative al giugno del 2026 e 2027, rispettivamente. Ciò significa che alcuni sindaci potrebbero restare in carica fino a 6 anni.
Negli Stati Uniti, la durata del mandato presidenziale è di quattro anni. In Italia, il Presidente del Consiglio dei Ministri è in carica per cinque. La questione se un sindaco possa governare per sei anni diventa pertanto centrale nel dibattito sulla democrazia e sulla governance locale.
La città di Roma, che ha votato nel 2021, si trova nella medesima situazione e potrebbe vedere posticipate le proprie elezioni al 2027. Questa prospettiva riguarda anche alcuni comuni dei Castelli Romani (Marino, Frascati e Monte Compatri), sottolineando l’importanza di una riflessione approfondita e di azioni concrete a livello nazionale.
Nonostante la chiara urgenza di affrontare questa problematica, sembra prevalere un atteggiamento di generale indifferenza. Tuttavia, con adeguata volontà politica, gli ostacoli amministrativi potrebbero essere superati rapidamente, rispettando il principio di democrazia che sta alla base della nostra società.
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