Un respiro di sollievo per i residenti di Ciampino e per gli amanti del Parco dell’Appia Antica: la proposta di delocalizzare gli autodemolitori di via Palmiro Togliatti a La Barbuta è stata bloccata. La Soprintendenza speciale archeologica Belle arti e Paesaggio del Ministero della Cultura ha espresso parere negativo riguardo al progetto proposto dal Comune di Roma, citando tra le ragioni le numerose istanze presentate dalla comunità locale e dall’amministrazione comunale di Ciampino.

Il tentativo di trasferire questi impianti nel sito de La Barbuta, vicino al centro abitato di Ciampino e al confine con il parco dell’Appia Antica, aveva suscitato ampie critiche e proteste da parte dei cittadini e delle associazioni ambientaliste. La decisione della Soprintendenza si è basata su rigorose valutazioni tecniche che hanno evidenziato la presenza di vincoli archeologici e paesaggistici che rendono l’area inadatta a ospitare attività industriali di questa natura.

La sindaca di Ciampino, Emanuela Colella, ha espresso grande soddisfazione per il risultato ottenuto: “Oggi il lavoro svolto in favore del nostro territorio, di tutti i cittadini, della tutela del Parco dell’Appia Antica ci viene riconosciuto: gli autodemolitori non possono essere spostati nel sito de La Barbuta”.

L’opposizione al progetto non era solo locale. La lista civica Ciampino Futura e l’associazione Italia Nostra hanno giocato un ruolo cruciale nel supportare l’amministrazione comunale nella sua lotta contro il trasferimento degli autodemolitori. Simona Tomaino, capogruppo della lista civica, ha ribadito l’importanza di continuare la battaglia per proteggere il territorio: “Continueremo quindi a respingere con tutti i mezzi l’eventuale delocalizzazione degli autodemolitori argomentando la nostra contrapposizione con motivazioni tecnicamente valide ed assolutamente legittime, come riconosciuto anche dalla Soprintendenza che ha citato le istanze dell’amministrazione comunale di Ciampino nelle proprie argomentazioni avverse al piano capitolino”.

Il parere della Soprintendenza non solo blocca il trasferimento degli autodemolitori, ma segna dunque anche un punto importante nella tutela dei diritti dei cittadini e dell’integrità del patrimonio storico e naturale dell’area. La decisione è stata accolta con favore da tutte le parti coinvolte nella resistenza al progetto, rafforzando la comunità nella sua determinazione a proteggere il territorio.

Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra la capitale e i comuni limitrofi su questioni ambientali e di gestione del territorio (vedi il caso del termovalorizzatore di Santa Palomba). La pressione per trovare soluzioni ai problemi di Roma spesso si scontra con le esigenze delle comunità locali, che temono di diventare le vittime di decisioni prese senza un adeguato rispetto per l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini.