Quattro e due euro al metro quadrato per gli espropri della superstrada che dovrebbe essere costruita tra Cisterna e Valmontone.

È la cosiddetta Bretella. Ideata nei prima anni ’60 del secolo scorso. Per decenni si era persa nelle nebbie dei progetti accantonati dalla Regione. Di recente è ricomparsa. Poco importa se dal secolo scorso a oggi le merci da trasportare dalla pianura pontina all’autostrada del Sole siano molto diminuite.

I costi previsti per tutto questo nuovo cemento sono più che raddoppiati (siamo a oltre un miliardo di euro per una trentina di chilometri di tracciato), ma non per gli espropri.

Gli agricoltori che hanno i terreni lungo il percorso della superstrada hanno ricevuto le valutazioni per gli espropri: prezzi molto bassi. Ma è un prendere o lasciare. L’alternativa è intraprendere le vie legali, fare causa alla Regione Lazio, cimentarsi in contenziosi, con avvocati, giudici, ordinanze, ingiunzioni… Qualcuno ci ha sussurrato che forse conviene prendere i pochi soldi degli espropri e abbandonare l’agricoltura.

Per chi invece continuerà a fare l’agricoltore ci saranno una serie di problemi gestionali. La superstrada, larga circa 40 metri con le fasce di rispetto, taglierà in due molti campi. Questo non significa solo avere meno terreno coltivabile, ma riorganizzare le aziende. Gli appezzamenti al di là della strada, quelli che la Regione definisce metaforicamente “relitti”, saranno tagliati fuori, praticamente irraggiungibili e quindi non più coltivabili.

“Ho fatto i conti”, dice Antonio Maule, agricoltore di Cisterna, “a me espropriano quasi due ettari. Quindi avrò una riduzione della produzione tale, che dopo quattro anni avrò perso i soldi dell’esproprio. Senza considerare che comunque la riduzione dell’estensione dei campi riduce per sempre il valore dell’azienda.