La Direzione Investigativa Antimafia (DIA) ha condotto una vasta operazione su tutto il territorio nazionale, culminata con l’arresto di 18 persone e l’iscrizione di altre 60 nel registro degli indagati. Le accuse spaziano dall’estorsione all’usura, dalla fittizia intestazione di beni al riciclaggio e autoriciclaggio, fino al reimpiego in attività economiche di proventi illeciti. Questo blitz ha smantellato due organizzazioni criminali con base a Roma, che fungevano da centrali di riciclaggio per i clan mafiosi.

Durante l’operazione, sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di 131 milioni di euro, incluse tre società e numerosi altri beni appartenenti a 57 indagati. Le indagini, iniziate nel 2018, hanno rivelato la presenza di un arsenale di armi da guerra e comuni, a testimonianza della pericolosità delle organizzazioni. La centrale operativa del riciclaggio era situata a Roma, ma le operazioni si estendevano su scala nazionale, sfruttando la forza intimidatoria del metodo mafioso.

Le indagini hanno svelato stretti legami con vari clan di camorra e cosche di ‘ndrangheta. Questi gruppi mafiosi si rivolgevano alla base romana per ‘mettere al sicuro’ il denaro proveniente dalle loro attività illecite. Nei prossimi giorni, gli indagati saranno ascoltati dal giudice per ulteriori approfondimenti sulle loro responsabilità e sui dettagli dell’operazione che ha tenuto impegnati gli investigatori per sei anni.