Massimo Pulcini, sindaco di Monte Porzio Catone, ha da poco ottenuto un secondo mandato con il 70% dei voti, un plebiscito che ha consacrato la sua leadership e il suo operato. In questa intervista, Pulcini racconta i passi che hanno portato a questo risultato e riflette sulle difficoltà e soddisfazioni del suo ruolo.
Sindaco Pulcini, ha appena ottenuto un secondo mandato con il 70% dei voti. Qual è il segreto di questo successo?
Sicuramente è stato un risultato che mi ha riempito d’orgoglio, ma il vero segreto sta nel lavoro costante e nella vicinanza ai cittadini. Abbiamo affrontato anni difficili, con il dissesto finanziario che ha segnato il nostro Comune, ma siamo riusciti a mantenere una linea di rigore e trasparenza. Credo che i cittadini abbiano apprezzato questo, un lavoro fatto di scelte a volte dure ma necessarie per garantire un futuro migliore a Monte Porzio Catone. La chiave è stata l’efficienza, l’ottimizzazione delle risorse e l’attenzione ai bisogni reali della comunità.
Cosa ha provato dopo una vittoria così evidente?
Beh, dopo una vittoria con il 70% dei voti, si prova sicuramente una grande gratificazione, ma devo dire che l’esperienza ti aiuta a rimanere con i piedi per terra. Subito dopo le elezioni c’era ancora tanto da fare, con opere pubbliche importanti già avviate e altre in programma. Il lavoro non ti permette di abbassare la guardia, e in un comune piccolo come il nostro, se sbagli, le conseguenze sono immediate. Per questo, c’è la necessità di rimanere concentrati e continuare a lavorare per i cittadini.
Nel 2018 Monte Porzio Catone era in dissesto finanziario. Come siete riusciti a uscirne?
Quando abbiamo dichiarato il dissesto, la situazione era grave, ma sapevamo che con una gestione attenta avremmo potuto risolverla. Abbiamo messo in ordine il sistema tributario, facendo emergere delle utenze non censite e recuperando risorse che ci spettavano. L’efficientamento energetico è stato un altro tassello importante: abbiamo installato oltre 100 nuovi punti di illuminazione pubblica a basso consumo e puntato sulle energie rinnovabili nelle scuole. Non è stato facile, ma siamo riusciti a ottimizzare le spese e a sbloccare opere che erano ferme da anni, come il parcheggio di Pilozzo e l’asilo nido comunale, interventi essenziali per la sicurezza e la viabilità.
Durante la campagna elettorale, ha parlato del tempo che passa, con una certa malinconia. Quanto l’ha cambiata l’esperienza da sindaco?
Essere sindaco è un’esperienza che ti cambia profondamente. All’inizio, quando ho intrapreso il mio percorso politico, c’era tantissimo entusiasmo, tutto sembrava possibile. Oggi, dopo tanti anni e arrivato al mio quinto mandato, sento il peso delle responsabilità molto più di allora. Ogni decisione ha un impatto concreto sulla vita delle persone, e questo ti porta a riflettere con più profondità. Certo, c’è anche un po’ di disincanto, ma non lo vedo come un aspetto negativo. Anzi, credo che l’esperienza ti permetta di affrontare le sfide con più lucidità e meno paure, mantenendo i piedi ben saldi per terra.
Si parla spesso di un declino della politica a livello nazionale. Quanto è difficile oggi trovare persone disposte a impegnarsi nell’amministrazione pubblica?
È vero, a livello nazionale vediamo una certa disaffezione verso la politica, ma io voglio rimanere ottimista. Soprattutto in un contesto come il nostro, più a misura d’uomo, è ancora possibile vedere i risultati del proprio lavoro da vicino. Chi si impegna davvero viene premiato, e questo rende la politica locale meno distante dai cittadini. Certo, formare una classe dirigente competente richiede impegno, e spesso le difficoltà scoraggiano i più giovani. Ma credo fermamente che, se lavoriamo bene e diamo l’esempio, possiamo ancora attrarre persone capaci e volenterose.
Cosa ha intenzione di fare dopo il secondo mandato da sindaco? Ci sono altri progetti politici all’orizzonte?
Guarda, non voglio eludere la domanda, ma è ancora troppo presto per pensarci. Ho appena iniziato il secondo mandato e il consenso che ho ricevuto mi dà una grande responsabilità. Certo, il nostro comune permette anche tre mandati, quindi vedremo. Io non ho tessere di partito da oltre 15 anni, ma questo non significa che non ami la politica. Sono fermamente convinto che i partiti siano strumenti importanti di socializzazione e partecipazione. Il mio impegno politico non si esaurirà con questo mandato, questo è certo, ma per ora voglio concentrarmi sul presente e su quello che possiamo fare per Monte Porzio Catone.
C’è qualcuno a cui si ispira politicamente? Delle figure da ricordare nel suo percorso?
Sicuramente Sergio Urilli e Luciano Gori. Sergio Urilli, che ho sempre ammirato, mi ha ispirato nella mia gioventù, aiutandomi a coltivare la passione per la politica. Con Luciano Gori, invece, ho avuto un rapporto più stretto, essendo stato il suo vice, ed è da lui che ho imparato a fare politica come amministratore. Entrambi avevano profili diversi: Sergio era più politico, Luciano più amministratore, ma da entrambi ho imparato molto e li ricordo con affetto e gratitudine.
Sappiamo quanto sia importante per lei la famiglia. Se un giorno i suoi figli le dicessero di voler fare politica, cosa risponderebbe?
Beh, da padre, istintivamente vorrei preservarli dalle difficoltà che comporta la vita politica. Ma allo stesso tempo, direi loro di coltivare le proprie passioni. Mio figlio maggiore ha appena conseguito la maturità e si trova di fronte a una scelta importante: non sa se prediligere architettura o scienze politiche. Sono due mondi diversi, certo, ma quello che continuo a dirgli è di fare ciò che lo rende felice. Se questo dovesse portarlo anche a scegliere la politica, lo sosterrò senza dubbio, come ho fatto per ogni sua passione.