Tour de France del 1913, sul Tourmalet un’automobile investe un ciclista: si rompe la forcella della bici. Il ciclista, Eugène Christophe, all’epoca celeberrimo come Cri-Cri, percorre 14 chilometri di discesa a piedi con la bici in spalla. Trova un fabbro e si fa saldare la forcella. All’epoca le bici non si potevano sostituire.

Oggi è la Giornata mondiale della bicicletta e, a distanza di più di un secolo, le bici sono più resistenti e queste gesta epiche solo un ricordo.

Andare in bici è bello e rilassante. Può anche essere impegnativo e faticoso, se fatto in senso sportivo. È comunque piacevole e appagante in ogni caso. In genere la “bicicletta è onesta: ciò che promette mantiene”, così almeno dicevano i più esperti del pedale, che dai primi del secolo scorso la usavano come mezzo di trasporto veloce. Nei commenti dei pionieri del Touring Club Ciclistico Italiano, fondato nel 1894, la bicicletta era definita “macchina” da Vittorio Bertarelli, primo presidente di quello che poi diverrà il Touring Club Italiano. Quella stessa macchina, nella società attuale, è diventata spesso un simbolo per i molti che si oppongono alle logiche mercificanti del mercato. Ci fa riappropriare del nostro tempo e del nostro corpo, del cielo e della terra intorno a noi. Insomma, ci dà una nuova dimensione dello spostamento lento, che molti preferiscono chiamare mobilità dolce, perché la bici, specialmente in ambito urbano, molte volte non è lenta, ma il mezzo più veloce tra quelli disponibili.

I Castelli Romani sono la patria delle bici, sia da corsa, sia da montagna. Salite, boschi, natura, panorami, attirano appassionati locali e da Roma. I percorsi sono di ogni tipo, da quelli più rilassanti e pianeggianti, o quasi, come la classicissima dei Pratoni del Vivaro, a quelli più impegnativi in cui si sale (con mountain bike) verso le vette più alte: Monte Cavo, Tuscolo, il Maschio di Lariano… Le scoperte possono essere tante e gli scorci inaspettati anche.

Dieci salite per ritrovare il tempo per vivere la nostra vita (e anche per misurarsi un po’)

  1. Via dei Laghi da Velletri al passo, 5 km. Pendenze leggere, più forti in alcune parti. Molti tratti nel bosco. Panorama sul Circeo, si vedono le isole ponziane quando è limpido.
  2. Macere, dalla via di Lariano (strada provinciale Ariana) a risalire verso il passo dell’Algido (Pratoni del Vivaro). 5 km, pendenze dolci, tranne un ultimo breve tratto. Quasi tutta in mezzo al bosco.
  3. Via di Monte Cavo, dalla sbarra alla vetta. Più adatto a mountain bike perché con brevi tratti di strada rovinata, 5 km in mezzo al bosco. Pendenze costanti e non eccessive. Panoramico.
  4. Grottaferrata – salita del Fico (ristorante). 2 Km, molto impegnativa.
  5. Rocca Priora, dall’incrocio di via della Faeta (versante autostrada) a salire a Rocca Priora. 2 Km, tra le salite più impegnative dei Castelli.
  6. Rocca di Papa, muro di via del Troio – via Palazzolo. 2 Km, tra le salite più impegnative dei Castelli.
  7. Grottaferrata, da Squarciarelli a Rocca di Papa. 4 km, duro il primo tratto. Diversi tornanti salendo.
  8. Frascati – Tuscolo. 4 km, in mezzo al bosco. Salite quasi mai troppo ripide.
  9. Monte Compatri – Rocca Priora. 2,5 km tutti in mezzo al bosco.
  10. Dall’incrocio di via Appia con via Spinabella si sale a Castel Gandolfo. 3 km di salita dolce e costante. È la cosiddetta salita del Papa, la più leggera per salire ai Castelli.

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