Con la seguente intervista, Massimo Ferrarini (capogruppo di Fratelli d’Italia Albano Laziale e consigliere in Città Metropolitana) condivide con i lettori di CastelliRomani.news le sue riflessioni sull’attuale situazione politica locale e sulle future prospettive politiche.
Consigliere Ferrarini, sarà il candidato sindaco di Albano per la coalizione del centrodestra?
Sono sempre stato un soldato del partito e, se il partito mi chiederà di candidarmi, non mi sottrarrò. Sono pronto a mettere la mia esperienza e il mio impegno al servizio della comunità di Albano Laziale. Credo fermamente nei valori del centrodestra e penso che, insieme, possiamo offrire soluzioni concrete ai problemi della città. Tuttavia, la decisione finale spetta al partito e alla coalizione, e io rispetterò qualsiasi scelta verrà fatta.
Ambienti della politica sostengono che voglia puntare alla Regione Lazio. È vero?
Ripeto, sono a disposizione del partito. Se mi verrà chiesto di contribuire a livello regionale, accoglierò la sfida con entusiasmo. Al momento, però, il mio obiettivo principale è lavorare sul territorio per rispondere alle esigenze dei cittadini. Sono convinto che sia fondamentale essere presenti e attivi a livello locale per costruire una base solida e rappresentativa.
Alcuni sostengono che Fratelli d’Italia non possa contare su una classe dirigente adeguata. Secondo lei è così?
Non condivido tale pensiero. Fratelli d’Italia è al 30% grazie a Giorgia Meloni e al lavoro di squadra che abbiamo svolto a tutti i livelli. Giorgia è certamente un leader carismatico, ma dietro di lei c’è una squadra dedicata e competente che lavora instancabilmente per il bene del paese. È comunque vero che si può e si deve fare di più; stiamo investendo molto nella formazione e nell’inclusione di nuove figure per rendere la nostra classe dirigente ancora più incisiva e preparata ad affrontare le sfide future.
A Marino, Grottaferrata, Frascati, Colonna, Monte Porzio Catone, Monte Compatri, Rocca Priora, il centrodestra evidenzia grandi difficoltà nel creare classe dirigente. Come mai?
È vero. Sono realtà sulle quali occorre lavorare molto e soprattutto creare una classe dirigente all’altezza delle aspettative dei cittadini. Non è assolutamente facile, ma bisogna impegnarsi costantemente. Stiamo affrontando un periodo storico complesso, dove l’interesse per la politica è spesso minato dalla sfiducia. È nostro compito riavvicinare le persone alla partecipazione attiva, promuovendo valori e progetti concreti. Investiremo in programmi di formazione politica e coinvolgeremo maggiormente i giovani e le realtà locali per costruire una leadership solida e rappresentativa.
Come vede l’operato di Gualtieri da sindaco di Roma e presidente dell’Area Metropolitana?
Non mi soddisfa. L’Area Metropolitana tende a garantire la città di Roma penalizzando la provincia. C’è uno sbilanciamento evidente nelle risorse e nelle attenzioni rivolte ai comuni periferici. Credo che sia fondamentale adottare una visione più inclusiva che consideri le esigenze di tutto il territorio metropolitano. La provincia ha bisogno di infrastrutture, servizi e politiche adeguate per crescere e contribuire allo sviluppo complessivo della regione.
È possibile che i comuni andati al voto negli anni di emergenza Covid 2020/2021 possano tornare a votare dopo 6 anni?
È assurdo. Occorre andare a votare dopo il 5° anno. La democrazia si basa sulla regolarità delle consultazioni elettorali, e prolungare i mandati oltre il termine previsto può creare un precedente pericoloso. Comprendo le difficoltà legate all’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto, ma ritengo che sia fondamentale rispettare le scadenze elettorali per garantire la legittimità delle istituzioni e la fiducia dei cittadini nel sistema democratico.
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